Un'uscita avventata di Juan, un ricamo di Vidal, un tocco semplice semplice di Tevez, tra Ranocchia e Medel, spettatori disinteressati. Comincia così la serata dell'Inter allo Juventus Stadium, una botta tremenda, perché la Juve annusa la preda ferita e aggredisce, l'Inter, in bambola, azzarda una reazione d'impeto, ma raccoglie poco più di briciole. Tevez è una furia, Pogba un principe per eleganza e incedere, Lichtsteiner una spina. Mancini, con Hernanes e Guarin ai lati per coprire le offensive bianconere, soffre. C'è Handanovic, ed è una fortuna. Chiude lui su Pogba, spegnendo l'urlo della Signora. L'Inter non calcia mai in porta, non c'è partita. 0-1 al 45, un affare, grosso. 

Il calcio mostra ancora una volta di avere leggi strane. Un fortuito pari, Guarin innesca Icardi, glaciale nel punire l'eccessiva lontananza di Buffon dai pali, cambia il registro della partita e qui Mancini mostra di aver già plasmato l'Inter. La squadra cresce in coraggio e fiducia, attacca, quasi vince. Buffon vola su Icardi, Osvaldo si infuria per un mancato assist del compagno in contropiede, Podolski corricchia, ma sparge personalità sul campo, Guarin diventa un gigante. Criticato, per le pessime prestazioni recenti, arretrato in mediana diventa guerriero e trascinatore. Sradica palloni, spegne Vidal e Pogba, innesca gli avanti. D'Ambrosio corre, per 90 minuti, cresce Hernanes. 

Il colpo di testa di Kovacic spegne il sogno nerazzurro, un'entrata dura, eccessiva. Si torna in trincea, con M'Vila, è 1-1, ma è un buon segnale. L'Inter della ripresa è l'Inter di Mancini, propositiva, quasi spregiudicata, con tre uomini, o più, a supporto di una punta. La scelta di inserire Osvaldo è un segnale, anche a Torino, con la Juve, si gioca per il massimo risultato. Shaqiri è la ciliegina per completare il puzzle. 

Quel che resta da registrare è il reparto arretrato, nel mezzo. Mentre Campagnaro si arrangia in corsia, in mezzo tanta paura. Ranocchia è morbido, timoroso, mangiato da Tevez sul vantaggio. I disimpegni, incerti, creano panico nei compagni, la fascia da capitano porta responsabilità mal gestite. Con lui Juan, esuberante, troppo. Servirebbe una guida al brasiliano, un maestro, Vidic magari, come già in passato Samuel. Il prossimo turno è l'occasione giusta, stante le squalifiche, per Vidic e Andreolli, la difesa si prepara a cambiare volto?