Il pari di Empoli - positivo per quanto visto in campo - riporta in casa Inter considerazioni accantonate troppo in fretta dopo il successo di San Siro con il Genoa. Serve tempo, a Mancini e all'Inter, per trovare una quadratura su cui puntare da qui a maggio, fino alla chiusura della stagione. Nessuno corre davanti - attenzione però al Napoli - e il terzo posto resta lontano, ma non irrangiungibile, ma in casa nerazzurra a tener banco è l'evidente difficoltà di crescita. Tante le mancanze in un gruppo rinvigorito da Mancini, ma ancora troppo latente in particolari decisivi. Un difetto di personalità percorre diversi giocatori fondamentali, in tanti esitano quando è il momento di prendere le chiavi della squadra e della partita. 

Se la difesa regge - Vidic ancora tra i migliori e fondamentale, ancor più con il rientro di Juan, a quattro - è dalla mediana in avanti che emergono difetti palesi. Medel e Guarin garantiscono fisicità e copertura, ma se chiamati alla costruzione vanno in difficoltà. La manovra dell'Inter, oscurata da una linea coperta come quella di Sarri, non trova sbocchi, perché lenta e prevedibile e offre il fianco a pericolose ripartenze.

Non aiutano i tre alle spalle della prima punta. Per motivi diversi, Hernanes, Podolski e Palacio non vivono un buon momento. Il tedesco è catapultato fin da subito in campo, ma le scorie da panchina non si cancellano con poche settimane e la difficoltà è lì a dimostrare i mesi passati a lato del progetto Wenger. Hernanes e Palacio convivono con acciacchi vari, ad adduttori e caviglia. Giocano, si allenano poco, e faticano a esprimere il potenziale del passato. Discorso analogo per Shaqiri, poco utilizzato al Bayern.

La luce si chiama Kovacic. La scelta di rinunciare al croato a Empoli non paga e l'ingresso tardivo porta maggior vivacità, ma non la vittoria. Mateo è ad oggi l'Inter, per capacità di imporsi, carattere, spirito. Può giocare ovunque, vista l'innata classe, e Mancini lavora per permettere a lui e all'Inter di ottenere benefici dalla collocazione in campo. Dalla trequarti alla regia, balla qui il futuro di Kovacic.

Il ritorno propone all'Inter due partite abbordabili. Prima il Torino, poi il Sassuolo, due partite per accelerare e colmare parte del disavanzo che separa dal gruppo davanti. Due partite per tornare a correre, con Kovacic. Nel mezzo la Coppa, a Milano arriva Mihajlovic. Riposa Vidic, manca Ranocchia - niente di grave al ginocchio - spazio a Juan, squalificato in A, e a Shaqiri.