Il paragone con Walter Mazzarri, in termini di risultati, sta riabilitando il tecnico toscano, al silenzio e al riposo nel suo paese in provincia di Empoli. Venendo però alle cose più serie, l'Inter è in crisi di risultati, non di gioco. Certo, ciò che conta e ciò che rimarrà saranno soltanto i punti e i tabellini, ma per una volta occorre guardare oltre.

In un campionato non eccelso per qualità di gioco e interpreti, l'Inter di Mancini, uomo per uomo, sarebbe da terzo/quarto posto. La prova é arrivata ieri sera al San Paolo. Nel quarto di finale di Tim Cup, Napoli e Inter hanno dato vita a un bello spettacolo, fatto di idee, geometrie e intenzioni offensive.

Se le frecce dell'arco di Benitez, vedi Higuain, paiono al momento più taglienti, non si può certo dire che i vari Hernanes, Puscas o Brozovic abbiano sfigurato. Proprio il croato ex Dinamo Zagabria sembra il tassello ideale su cui puntare e magari ripartire. L'Inter pensa e gioca con qualità, o almeno ci prova. Sulla carta questa squadra lotterebbe per qualcosa di più prestigioso dell'Europa League. E allora cosa manca? Tempo, innanzitutto. Il fattore Shaqiri sarà determinante, assieme a una retroguardia da registrare ora e rimodellare decisamente in estate (preso Murillo). Fiducia e ottimismo faranno il resto, magari con un pizzico di fortuna nei momenti chiave.

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