È un Roberto Mancini sereno e concentrato quello che si presenta in conferenza stampa alla vigilia della sfida di domani tra Atalanta ed Inter, valida per la quarta giornata di ritorno del campionato di Serie A. La vittoria di Palermo della scorsa settimana ha restituito morale e certezze ad una squadra che viaggiava ad una media-punti da zona retrocessione, tuttavia il Mancio è consapevole che il lavoro da fare è ancora molto, soprattutto per arrivare ad una continuità di risultati che fino ad ora, in stagione, non si è ancora vista.

L'atteggiamento della squadra, soprattutto negli allenamenti, a detta di Mancini, è positivo, "poi una partita sono 90 minuti e tutto può accadere". Ed è proprio l'atteggiamento giusto quello che servirà domani: l'Atalanta, a detta del tecnico, è una squadra molto solida e che concede poco, con giocatori davanti in grado di mettere in difficoltà gli avversari.
Riguardo le possibili scelte sugli undici titolari, le parole del Mancio lasciano intendere che sarà ancora Icardi il terminale offensivo della squadra, nonostante giovedì sia tempo di Europa League; troppo importanti, in questo momento, i suoi gol, indipendentemente dalle esultanze: "Se non esulta ma fa due gol a partita per me va bene uguale, è sempre tranquillo e questo è un grande vantaggio". Parole al miele anche per i nuovi arrivati Santon e Brozovic: il primo dopo aver giocato una partita in dieci mesi avrebbe bisogno di riposare, "ma ora non può, abbiamo diversi infortunati". Quanto al croato "ha mostrato cose buone, ha qualità ma si deve ancora ambientare, alternerà buone partite ad altre meno buone".

E proprio un altro croato, Mateo Kovacic, sta attraversando un momento difficile. Mancini, tuttavia, dimostra di tenerlo in grande considerazione: "È un ragazzo giovane e non ha ancora un ruolo ben definito, ha bisogno di tempo. Ma domani ha buone possibilità di giocare".
Con un Kovacic in forma e con la tanto attesa continuità di risultati l'Inter potrà certo togliersi delle soddisfazioni anche in questo finale di stagione: non tanto la qualificazione in Champions, a cui comunque Mancini dimostra di credere nonostante un sorrisetto malizioso, quanto il raggiungimento dell'idea di squadra che il tecnico ha in testa.
Magari con un Yayà Tourè in più: "Il campionato italiano ha bisogno di grandi giocatori, portare in Italia gente come Tourè non è facile, ma sarebbe utile per tutto il calcio".