Se la prima squadra guidata da Roberto Mancini inizia solo ora a ingranare la giusta marcia, lo stesso non si può certo dire della Primavera guidata da Stefano Vecchi. Dopo mesi di lavoro silenzioso seguendo media e televisione, il successo. Il traguardo dopo un percorso lineare e vincente, con quella serie di vittorie consecutive a inizio stagione che ben faceva sperare il popolo interista.

È sempre l'Inter. Un'Inter diversa, più giovane, con meno pressioni ma con più programmazione, la stessa che dovrà per forza di cose contagiare e stimolare l'intero ambiente. Bonazzoli e Puscas come Milito e Palacio, tanto per azzardare un paragone. L'Inter che solleva questa Coppa Carnevale, davanti agli occhi del Mancio seduto in tribuna e poi sceso a festeggiare questi giovani campioni, potrebbe essere quella del futuro prossimo.

Ascoltando le parole del direttore sportivo Ausilio questa tesi non viene martoriata da esigenze economiche del presente. Il caso Bonazzoli, da giugno giocatore della Samp sulle orme di un altro talento, Manolo Gabbiadini, va inteso come un'opportunità in un mercato ristretto e poco teso all'immaginazione. Il vivaio interista, finché non cambieranno le cose, sarà anche risorsa economica, seguendo una impostazione discutibile, ma obbligata per le vicissitudini dell'attuale movimento calcistico italiano.

Se Lega e Federazione vorranno estendere l'effetto benefico di questa onda giovane e adrenalinica, forse le cose cambieranno. L'Inter si gode i suoi giovani e sogna un futuro migliore, decorato dalla crescita e dai risultati dei propri atleti.