Protagonista, fin da subito. Un ritorno in Italia in fretta e furia, al tramonto del mercato, un accordo lampo con l'Inter, il rientro a casa, per chiudere un capitolo aperto da giovanissimo e stroncato dopo un promettente avvio, ora la seconda avventura, nella piena maturità agonistica e psicologica. Un altro Santon, questo, forgiato dagli anni e dalla Premier, meno esplosivo, di certo più pronto. L'evoluzione in campo è visibile, destra o sinistra che sia. L'impronta tattica, definita, consente a Mancini di utilizzare il ragazzo su entrambe le corsie, senza il rischio di veder la difesa naufragare. Sempre in campo Santon, con il pieno appoggio del tecnico. In campo, anche a Glasgow. 

"Penso che la squadra abbia fatto un'ottima prestazione. Forse avremmo potuto gestire meglio la partita, ma stiamo lavorando per questo. Mancini ha un'esperienza importante, ha vinto tanto. È l'uomo in più, siamo una squadra giovane, in crescita".

La condizione è in crescendo. In Inghilterra tanta panchina e parecchia sfortuna, ora una corsa ritrovata, un feeling, con la partita, di nuovo vivo "Fisicamente sto bene, sto raggiungendo il 100%, piano piano mi avvicino al top della forma. Il mio soprannome? Non mi dà fastidio essere chiamato bambino".

Lunedì, nel posticipo, l'Inter scende in campo a Cagliari, per dare continuità al momento positivo "Ci teniamo a conquistare la terza vittoria consecutiva, Cagliari è una tappa importante anche per arrivare carichi alla gara di giovedì. Ma dobbiamo preparare un impegno alla volta. Giocare al Sant'Elia non sarà semplice, loro hanno un grande allenatore e sono una squadra che avrebbe dovuto raccogliere più punti di quelli che ha attualmente in classifica. Dovremo avere pazienza e giocare come sappiamo".

L'ultimo pensiero va a Kovacic, da leader indiscusso a panchinaro di lusso, quattro volte fuori dall'undici titolare "È un ragazzo giovane, ha le qualità per diventare un grande campione e sicuramente arriverà il suo momento".

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Johnathan Scaffardi
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