Roberto Mancini si presenta di fronte alla stampa per introdurre la partita in programma domani sera a Cagliari. Una conferenza da cui emerge la "politica" di Mancini, attento a non dimenticare giocatori oggi in difficoltà, ma importanti per il futuro. Non a caso il veloce botta e risposta verte su tre nomi di spessore, nel recente periodo accantonati dal tecnico. Titolari, a prescindere, perché Mancini allarga la base e non restringe agli undici in campo la sua idea di Inter

In primis Kovacic. L'ultima apparizione del croato nella disfatta di Reggio con il Sassuolo, poi panchina, tra campionato e Coppa. L'idea del rilancio a Glasgow tramonta di fronte alla progressione fisica di Palacio e all'intelligenza tattica di Kuzmanovic, e Kovacic è ancora fuori. Mancini esalta le qualità del ragazzo, senza creare eccessive attese. Il tempo è dalla parte del gioiellino ex Dinamo, serve ora un salto in avanti in termini di personalità "Kovacic ha vent’anni, l’Inter attuale non può ruotare intorno a lui. Deve crescere con calma ed essere aiutato dai compagni a maturare. E’ un ragazzo splendido, gli serve del tempo per capire certe situazioni tattiche. Il futuro sarà basato su di lui". 

Per Podolski si tratta invece di un problema di condizione. Il ritmo partita si acquista giocando e in questo il tedesco paga la scarsa condifenza col campo nell'ultimo periodo inglese. L'Inter non può aspettare Podolski, ma Mancini non chiude la porta “Per quanto riguarda la sua vita fuori dal campo non ho nulla da dire. Spero che faccia al più presto gol, che poi alla fine è quello che ci serve. Anche in base ai test fisici sta migliorando, si vede”.

Infine Hernanes, il Profeta triste. Il primo colpo di Thohir, limitato da infortuni e acciacchi, vede l'Inter volare in sua assenza. L'obiettivo è riconquistare una maglia, ma la mediana è oggi il fiore all'occhiello nerazzurro e per Hernanes il treno giusto sembra ormai passato "Non è sicuramente felice di questo momento, ma sta lavorando per recuperare. Dispiace quando si lascia fuori gente seria come lui. Ma una squadra non è fatta di 11 giocatori, ma 16-17 elementi".

Una vittoria, la terza consecutiva, per spegnere possibili malumori e creare ulteriore entusiasmo in un ambiente, dopo molto tempo, finalmente tranquillo e ambizioso "Sarà difficile vincere a Cagliari perché è una squadra solida. Dovremo essere bravi come a Glasgow in fase offensiva e più bravi in fase difensiva".