Va di corsa Shaqiri, fin dal suo arrivo in Italia. Da subito titolare, prima esterno d'attacco, poi trequartista centrale, con libertà di movimento, dopo il passaggio, decisivo, al 4-3-1-2. Tre vittorie e un pari nelle ultime 4 uscite, 9 punti in campionato, un 3-3 esterno in Europa. Riparte da San Siro, con il Celtic, Shaqiri, a riposo nella trasferta di Cagliari.

In un'intervista rilasciata alla stampa inglese, lo svizzero racconta il rocambolesco punteggio dell'andata, con l'Inter avanti di due reti dopo pochi minuti, riacciuffata sul 2-2 e poi ancora sul 3-3, allo scadere. Un eccesso di autostima, un calo di concentrazione non accettabile in Europa. Spina staccata troppo presto, involontaria assuefazione, ora, nel ritorno, serve la massima attenzione, per non ridare entusiasmo a un gruppo, quello scozzese, che vive di scosse emotive. Il livello tecnico è differente, l'Inter è superiore per esperienza e caratura internazionale, ma il Celtic ama la lotta e l'Inter deve distogliere la partita dal solo scontro fisico.

"Pensavamo che la gara fosse già vinta e forse non abbiamo dato il rispetto dovuto al Celtic. Ma state certi che se nella partita di ritorno andremo avanti di due, tre o anche quattro gol, rimarremo concentrati perché i nostri avversari sono capaci di segnare in ogni momento, ce lo hanno già dimostrato. E' stato frustrante buttare via una leadership di due gol, ma Mancini ha tenuto a sottolineare con noi che il 3-3 non è un brutto risultato".

"Abbiamo molto rispetto per il Celtic, ma credo quello che credevo anche prima dell'andata: noi siamo molto superiori. Giocare di fronte ai nostri tifosi implica che non dobbiamo permetterci dei cali di concentrazione. Mi aspetto di andare avanti".

Mentalità, consapevolezza, in un mese Shaqiri è già leader.