Inter, Pasqua di lavoro

Dopo l'imbarazzante prestazione offerta contro il Parma, festività sui campi di Appiano per gli uomini di Mancini.

Inter, Pasqua di lavoro
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Di Sebastiano Cutrona

Non sembra esistere pace per i tifosi nerazzurri, in una stagione che sembra somigliare sempre più ad un calvario senza fine. Sembrava che l'Inter-Parma di ieri, alla vigilia della festività pasquale, arrivasse nel momento più propizio, come partita della resurrezione nerazzurra. E invece neanche le festività pasquali sono riuscite ad addolcire l'umore dei tifosi nerazzurri, ancora scossi dal pareggio e dall'imbarazzante prestazione vista ieri contro il disastrato Parma di Donadoni.

Un Parma che arrivava a San Siro con l'aria di chi è destinato a soccombere di fronte a una squadra che, tra proclami e tweet vari, annunciava il ritorno alla dignità. E invece un Parma senza stipendi da quasi un anno e già destinato alla retrocessione, arrivato al Meazza grazie al contributo degli sponsor, non ha faticato a portare via un punto a una squadra senza anima e senza orgoglio. Per la prima volta la società e l'allenatore hanno decisamente inchiodato i giocatori alle loro responsabilità, in maniera netta e decisa. Mancini ha parlato per la prima volta di una probabile rivoluzione, necessaria e inesorabile, mentre Ausilio ha accusato i giocatori di aver riposato in campo, facendo capire che tutti finiranno sotto la lente d'ingrandimento in queste nove partite, per capire chi davvero abbia capito cosa voglia dire indossare la maglia dell'Inter.

Nove partite che non serviranno quasi sicuramente a guadagnare il pass europeo, ma che dovranno servire a dare la scossa al gruppo, a far capire che l'Inter è l'Inter, e che chi indossa quella maglia non può peccare in cattiveria e carattere.

Anche per questo è stata annullata la giornata di riposo odierno, e il gruppo si è ritrovato alle 8 alla Pinetina agli ordini di Mancini, rimasto a dormire al centro sportivo di Appiano Gentile. Un allenamento lungo una quarantina di minuti, sotto gli occhi di Ausilio e Zanetti, incentrato sulla resistenza e sul lavoro atletico, e svolto tra teste basse e poche parole. Chissà, sarà servito tutto ciò a scuotere un gruppo che sembra aver staccato la spina? Saranno serviti i fischi di un pubblico al limite della disperazione? Di sicuro l'Inter è come un malato grave che non guarisce perchè si fa fatica a individuare la medicina giusta. E che, quasi sicuramente, non riuscirà a guarire da qui a fine stagione.