L'Inter si allena, frastornata dalle voci riportare dai maggiori quotidiani italiani. Alle incertezze di campo, si accompagnano le "bombe" societarie. Il passato riaffiora e pone in scacco il presente, il progetto Thohir messo in pericolo dal ritorno di Moratti. Tra voci e smentite, l'Inter ascolta, interessata. Alle porte la sfida di Verona, contro gli uomini di Mandorlini, in attesa di sviluppi, restano nove giornate da onorare, nove partite utili a dare un senso alla prossima estate. 

Dopo la punizione pasquale, Mancini lavora con la squadra, il volto è più disteso, ma la grinta è intatta. Ogni movimento è curato nel particolare, il dettaglio fa la differenza e i 90 minuti di gioco lo dimostrano con continuità preoccupante. A San Siro, con il Parma, fischi, giusti. Brutta Inter, per impatto emotivo in primis. Confusione e poche idee, una caduta diversa rispetto a quella del Ferraris. Il punto non può giovare alla causa e, con il Verona, Mancini attende qualche risposta.

Icardi rientra dalla squalifica, con lui Vidic. Il ritorno di Icardi restituisce peso offensivo a una squadra apparsa troppo morbida in zona gol. Podolski è evanescente, lento, ha la voglia del giocatore e il passo dell'ex, di testa e di gambe. La coppia davanti è presto fatta quindi, l'argentino si affianca al connazionale Palacio, dietro di loro Shaqiri, anche da lui Mancini vuol qualcosa in più. 

Qualche possibile sorpresa in mediana. Kovacic è il cruccio del tecnico. In allenamento spesso Mancini si avvicina al croato, bastone e carota per scovare nel profondo, estrarre da un diamante grezzo l'evidente potenziale. Rischia Brozovic, in continua involuzione, più complesso rinunciare alla foga agonistica di Medel e Guarin. 

In difesa, Ranocchia e Santon sicuri del posto, per il resto è ballottaggio. D'Ambrosio medita il rilancio, Juan è un punto interrogativo, Vidic scalpita, senza dimenticare la candidatura di Andreolli e la plausibile conferma di Felipe, il migliore con i ducali. Quando la stagione volge ormai al termine, l'Inter si interroga ancora sul miglior quartetto difensivo, non una bella base di partenza.