La rotonda vittoria di Verona, condita da una prestazione positiva, restituisce serenità al burrascoso ambiente nerazzurro. Tre gol a referto, porta inviolata - grazie ad Handanovic - sensazioni buone, in ottica futura. Dopo il riposo, Mancini prepara la settimana del derby, domenica sera una stracittadina in tono minore, stante lo status attuale di Inter e Milan, ma da non sbagliare. Le due squadre, divise attualmente da un solo punto, non si giocano nulla di rilevante, ma mettere il naso avanti, nella Milano calcistica, conta comunque. 

I problemi di Mancini risiedono soprattutto a centrocampo. I cartellini sventolati a Brozovic e Guarin privano il tecnico di due pedine nella terra di mezzo. Dal ritorno in nerazzurro, Mancini vive su una certezza assoluta, quella della mediana titolare. Brozovic - Medel - Guarin, sempre e comunque. Ora, un cambiamento, importante. Il croato, nelle recenti apparizioni, appare spento, vuoto, di idee e di gambe, la sua assenza potrebbe non pesare più di tanto sull'assetto tattico. Diverso il discorso Guarin. Il colombiano, tra alti e bassi, rappresenta l'anima del gruppo. Anche nell'esagerazione, nell'errore, Guarin è il motore trainante, a livello caratteriale. Più complesso rimpiazzare l'ex Porto. 

Le alternative non mancano, di uomini e di modulo. Hernanes, perfetto a Verona, è pronto alla conferma. Due le possibili opzioni per il brasiliano. Interno in un centrocampo a tre, in caso di conferma del 4-3-1-2, o riferimento alle spalle di Icardi, in caso di schieramento a due in mezzo, con tre giocatori a innescare la punta centrale. 

Il punto interrogativo resta Kovacic, Mancini da una parte blinda il croato, dall'altra chiede un'inversione di tendenza, repentina. Mancini vuol di più da Kovacic, in campo, in allenamento, ovunque. Il rapporto vive di momenti di incomprensione, Kovacic sente il peso dell'investitura, non comprende alcuni richiami, arriva, talvolta, a sbottare, infastidito. 

L'impressione è che dalle scelte del derby passi il futuro di Kovacic. Se anche in assenza di Guarin e Brozovic, Kovacic non trova posto nell'undici d'avvio, giusto allora pensare a un'Inter senza di lui nel futuro. Il talento è evidente, serve un passo, da ambo le parti, per non vanificare un colpo di mercato ora sbiadito. 

Carta da non sottovalutare è infine Joel Obi, il nigeriano garantisce dinamismo e corsa, più di Kovacic ed Hernanes. Qualche giorno per sciogliere gli ultimi dubbi, l'Inter entra nell'ennesima settimana decisiva.