Roberto Mancini vuole di più, Xherdan Shaqiri vuole dare di più. Ad oggi, un solo gol in A, datato febbraio 2015, di fronte l'Atalanta. A quel giorno risale anche l'ultima assistenza firmata Shaqiri nella massima serie del calcio italiano, quattro giorni dopo la gioia europea sul campo del Celtic, da allora una fase calante, un giocatore meno incisivo. Shaqiri è l'uomo di riferimento di quest'Inter, la sua impronta sulla squadra è fondamentale, ecco perché il tecnico chiede anche allo svizzero uno scatto in termini di personalità e prestazioni. La panchina di Verona è un campanello d'allarme, che Shaqiri raccoglie al volo in vista del derby “So che Mancini si aspetta che io faccia la differenza, sono in un top club e sono venuto qui per questo motivo. Ma un giocatore da solo non può fare la differenza, ha sempre bisogno dei compagni”.

Il derby resta confronto speciale, per una notte Milano torna ad indossare l'abito di gala, la classifica sbiadisce all'orizzonte e conta solo il risultato del campo, Inter e Milan, Mancini e Inzaghi, in palio la supremazia cittadina, una fetta di futuro, incerto “Ho capito in fretta cosa significa il derby. Vivendo la città ho capito l’entusiasmo della gente.. La tensione sta salendo, è una sensazione bellissima. Ci sarà una grandissima atmosfera al Meazza, vogliamo regalare i tre punti ai tifosi”.

Dalla Germania all'Italia, dal Bayern campione all'Inter in ri-costruzione, un cambiamento radicale nella vita professionale di Shaqiri. La scelta è però confermata, nessun rimpianto, Shaqiri sceglie la via più difficile, ma anche più stimolante, protagonista a San Siro, nel processo di rinascita del club nerazzurro, avviato da Thohir e Mancini "Qui il calcio è diverso rispetto alla Bundesliga, ma non ho avuto problemi ad ambientarmi. Certo non è stata la miglior stagione della storia interista, ma contiamo l’anno prossimo di tornare a giocare per il titolo e per rientrare in Champions, il naturale habitat di questo club. Dobbiamo incutere timore e rispetto alle avversarie che giocano contro di noi. Serve uno scatto mentale”.

Fondamentale, in quest'ottica, il lavoro estivo, di campo e di mercato. Gli operatori nerazzurri puntano a concedere a Mancini una gamma di scelta importante, campioni affermati, occasioni, pedine da incastrare in quanto di buono già c'è alla Pinetina "Non so cosa ci manca esattamente, ma con un paio di top player l’anno prossimo potremmo colmare il gap”.

In settimana, non sempre tra i titolari Shaqiri. Mancini pare però orientato a confermare il 4-3-1-2, con lo svizzero alle spalle di Palacio - Icardi. Il "rischio" per lo svizzero è rappresentato dal passaggio a tre dietro, in quel caso il favorito sulla trequarti è Hernanes. 

Fonte Gazzetta dello Sport