La bela Madunina domina Milano dal 1774. In questi giorni di sole, poi, la statua di Giuseppe Perego risalta ancora di più in tutto il suo splendore grazie al rame dorato che la compone. Anche Milano dominerà per i prossimi sei mesi: ormai è tutto pronto per l'apertura ufficiale di Expo 2015, che durerà fino al prossimo 31 ottobre. Nel calcio, però, non si può certo dire che Milano domini come nei decenni precedenti, quando Inter e Milan si giocavano scudetti e Champions League.

Ancora fresco è il ricordo della stagione 2002-2003, quando la doppia sfida di San Siro diede ai rossoneri il pass per la finale di Manchester contro la Juventus. Due stagioni dopo è ancora Euroderby, poco importa se si tratta di quarti di finale. A passare sarà di nuovo il Milan, che arriverà poi nuovamente in finale ma sarà costretto ad arrendersi alla surreale notte di Istanbul contro il Liverpool di Rafa Benitez. Non è necessario essere tifosi di una delle due milanesi per farsi assalire dalla cosiddetta nostalgia canaglia. Il presente, infatti, ci dice che difficoltà economiche, concorrenza e progetti tecnici (oltre che societari) non proprio illuminanti ci riportano ad una realtà ben diversa. Sono lontani i tempi in cui Massimo Moratti e Silvio Berlusconi davano lustro ad una città che poteva vantare due società che nessun' altra si sarebbe potuta permettere. Si sa, oggi siamo nell'era della comunicazione, della globalizzazione, dei Thohir e dei Bee-Lee. Che sia un male o un bene? Di certo è segno dei modern times, quelli tanto amati da Charlie Chaplin.

Fuor di retorica, e fuori da ogni tipo di considerazione sulle attuali società che richiedono tempi molto più lunghi per un'adeguata valutazione – ed anzi la sensazione è che solo il senno di poi renda giustizia all'operato di un presidente – dal punto di vista puramente tecnico la situazione per Inter e Milan è deficitaria. Perfino troppo. Anche in uno sport poco matematico come il calcio qualche sguardo ai numeri può rendere l'idea della crisi che affligge il pallone milanese.

Delle cinque città italiane con due squadre in Serie A, infatti, il capoluogo lombardo si piazza al quarto posto per punti totalizzati in questa stagione dalle due compagini: 83 per la precisione. Molto dietro, quindi, rispetto ai 115 di Roma, ai 113 di Torino e pure ai 94 di Genova, e davanti solo ai 68 di Verona, che però possono risultare più che soddisfacenti considerando che, salvo clamorosi colpi di scena, dovrebbero mantenere nella massima serie sia Chievo che Hellas.

Se poi si apre l'argomento Europa, la situazione è ancora più sconfortante: al momento, infatti, il sesto posto – ultimo utile per giocare le coppe la prossima stagione – dista 7 punti dal Milan e 8 dall'Inter. E ad otto giornate dalla fine, non è certo utopistico pensare ad entrambe le milanesi senza le competizioni Uefa nella prossima stagione. Situazione fino ad ora mai verificatasi, fin da quando, nella stagione 1955-1956, videro la luce Coppa dei Campioni e Coppa delle Fiere.

Non tutto è negativo, però. L'attuale situazione non è sufficiente a cancellare quello che Inter-Milan rappresenta per il calcio italiano ed europeo. Si parla, insomma, di storia e di prestigio. Di battaglie. E si sa che un derby è pur sempre un derby, e l'importante è vincerlo. Per questo, dal punto di vista mediatico, la serata sarà quella delle grandi occasioni. Si va quasi certamente verso il tutto esaurito, con al momento più di 70 mila biglietti venduti. 250 sono invece i giornalisti accreditati, di cui 50 stranieri. Presenti anche, come riporta la Gazzetta dello Sport, 60 fotografi e 300 operatori audio e video. Partita che sarà seguita in 200 paesi. Mica male.

INTER – I nerazzurri, padroni di casa sulla carta, devono far fronte a numerose assenze, in particolar modo in mediana, con Guarin e Brozovic entrambi squalificati. Con Medel ed Hernanes pressoché certi della maglia da titolare, il terzo posto di centrocampo dovrebbe essere riservato al giovane Gnoukouri, in vantaggio su Obi e Kovacic. Davanti a loro pronto a riprendersi la maglia da titolare Shaqiri. Difficile, infatti, che lo svizzero si accomodi ancora in panchina, in quel caso, comunque, sarebbe ipotizzabile Hernanes sulla trequarti e l'ingresso di uno tra gli stessi Kovacic ed Obi. In attacco, invece, Icardi e Palacio avranno il compito di scardinare la difesa rossonera. Per quanto riguarda la linea difensiva, davanti ad Handanovic si schiereranno Ranocchia e Vidic, con Juan Jesus e D'Ambrosio (favorito su Santon) sugli esterni. Va detto che negli ultimi giorni Mancini ha provato anche la difesa a tre, ma difficilmente opterà per un cambio di modulo in una partita così importante.

MILAN – Tra i rossoneri invece, passi avanti per Mattia Destro, ma comunque dovrebbe essere ancora Menez ad occupare il posto di punta centrale nel classico 4-3-3, con Honda e Bonaventura favoriti ad affiancarlo a discapito dei vari Cerci e Suso. In mediana, De Jong agirà da centrale con Van Ginkel e Poli come mezzali. In ogni caso, se Inzaghi dovesse optare per Destro, a farne le spese sarebbe proprio l'ex Poli con Bonaventura dirottato tra i tre di centrocampo. Certo invece il quartetto difensivo, con Mexes e Paletta centrali e Abate ed Antonelli come terzini. Dietro a loro Diego Lopez.