Tre punti e qualche punto interrogativo. L'Inter esce dal Friuli con la valigia piena, si porta a meno due dalla Sampdoria, in piena corsa per l'Europa, ma gli applausi del pubblico di casa all'indirizzo degli uomini di Stramaccioni testimoniano i meriti dell'Udinese e i demeriti dell'Inter. Mancini entra in campo nel secondo tempo, salta la zona tecnica e urla, senza tregua. Lo "spettacolo" è sorprendente, in negativo. 

I nerazzurri contano due effettivi in più - rosso a Danilo, fiscale il primo giallo, sacrosanto il secondo, e Badu, proteste reiterate - eppure indietreggiano, pericolosamente. Il giro-palla è lento, prevedibile, l'Udinese mette in campo il cuore, si accoda ad Allan e nel finale rischia il colpaccio. Due spioventi spaventano un incerto Handanovic, la stanchezza oscura la porta, ma i bianconeri lasciano in campo anche l'ultima goccia di sudore. L'Inter giochicchia, come dice il Mancio, non la chiude, accenna un tiqui taca nella metà campo di casa, senza affondare. Virtuosismi inutili di Hernanes, eccessivo altruismo di Palacio, carenza di concretezza. L'Inter alza il piede, quasi si sentisse in debito con l'Udinese.

Rocchi arbitra in modo dispotico e condiziona la gara, da ambo le parti. Fioccano cartellini e provvedimenti affrettati, senza dialogo si entra in una bolgia, si scende nell'arena. Dalle proteste per il rigore concesso a Kovacic e trasformato da Icardi nasce il pari friulano, perché l'Inter si concede, non azzardando pericolosi interventi, temendo la compensazione, e Allan perfora la zona centrale servendo l'intramontabile Di Natale. Qui è lesto l'attaccante a punire l'unica incertezza di Vidic e a fulminare Handanovic.

Decide poi Podolski, sinistro ribattuto, secondo mancino all'incrocio, sorriso sincero, abbracci e emozione. Professionista. Ti aspetti un finale in carrozza ed è invece equilibrio, con l'Inter che tiene il pallone, ma ingenua concede piazzati che lanciano in avanti i saltatori di Strama. Il triplice fischio è una liberazione, Mancini sbuffa nel post partita, l'Inter riparte dalla prima frazione.

In 11 - 11, buon possesso palla e predominio territoriale, occasioni, con Guarin e Hernanes, Karnezis costretto agli straordinari. Spinta sulle corsie, con Santon e D'Ambrosio, insomma l'Inter del recente periodo. Da cancellare la mezzora conclusiva, quella sinistramente simile al passato, a un'Inter non in grado di gestire partita e risultato.