Serata a tinte forti, serata da cuori forti. L'Inter esce dall'Olimpico con tre punti, raccoglie quanto offerto da episodi e momento e si lancia al'inseguimento di Sampdoria e Fiorentina. Hernanes, bistrattato e messo da parte, si rivela uomo della Provvidenza, da panchinaro di lusso a condottiero, il calcio offre spesso una seconda possibilità.

Nell'Inter che vince emergono volti noti, d'esempio. Palacio è anima e cuore, abbina qualità e sacrificio. Handanovic è un muro, su Parolo e Klose, salva l'Inter, in superiorità ma bloccata e apre al secondo sigillo del Profeta. Vidic è ormai una certezza, qualche esitazione, ma una presenza costante a centroarea, di testa, di piede, d'esperienza. Kovacic procede sì a strappi, ma è la luce. Scodella per Palacio e provoca la cacciata di Mauricio, inventa un giochetto in mezzo a due e ispira il tiraccio di Podolski su cross basso di Juan, prende l'Inter nel finale e prova a svegliarla dal torpore che fa infuriare Mancini.

Manca Icardi, non solo per il rigore fallito. Con lui stenta Guarin, fuori per infortunio al 45', fa il compitino Medel. Mancini si arrabbia, perchè anche con due uomini in più, il cileno si limita al compitino, passaggio facile, corto, senza spunti.

Manca, all'Inter, un pizzico di personalità. Lo si dice da tempo, contro compagini chiuse, la squadra annaspa, perchè nessuno esce dall'ombra per segnare il cammino. La Lazio, in nove, fa quel che può, si difende. Due linee da quattro, attente, davanti alla retroguardia difesa da Berisha. Il giropalla dell'Inter non può far male, lento e in orizzontale. Tutti sfuggono abilmente alla responsabilità, in un sinistro remake di quanto visto al Friuli. Mancini, al termine, annuncia un passo avanti, ma non pare convinto, lo dimostra il suo perenne sbracciarsi alla ricerca di una vittoria.

Il gol arriva, perché prima o poi lo spazio si apre, basta un pizzico di pazienza. Con il gol, la vittoria, la medicina giusta. Un altro pari, in queste condizioni, dopo lo 0-0 interno col Chievo, avrebbe sancito l'addio al sogno europeo, l'affermazione esterna accentua l'importanza della gara di San Siro con la Juventus.

Juventus, Genoa, Empoli, tre fermate. L'Inter in serie positiva scruta l'orizzonte, senza Hernanes, squalificato, ma con un pizzico di fiducia in più. Dopo lo scacco romano, alla Scala del Calcio una classica dal sapore antico.