Mancano solo tre giornate al termine di questo campionato di Serie A e, se lo scudetto è già stato assegnato, nuovamente alla Juventus assoluta dominatrice del torneo, molto resta ancora da dire invece in chiave europea: sia per la Champions League dove sono soprattutto Lazio e Roma a contendersi l’ingresso diretto ma anche per l’Europa League dove tanti, forse troppi club, si trovano divisi in pochissimi punti. 

Tra le tante squadre, un posto da non sottovalutare spetta all’Inter a soli due punti di distanza dal sesto posto, occupato dalla Sampdoria, e a tre dal quinto, attualmente in mano alla Fiorentina, sopra ai neroazzurri il Genoa, a sua volta impegnato a non perdere il treno europeo. 

Nonostante molti alti e bassi, i neroazzurri di Roberto Mancini sanno di avere ancora delle carte da giocare per arrivare in Europa e il calendario non sembra nemmeno troppo proibitivo. L’Inter sarà infatti impegnata nel derby d’Italia, contro una Juve già sazia e di ritorno da una semifinale di Champions che tante energie ha richiesto; mentre la Sampdoria se la vedrà con la Lazio e, in caso di sconfitta dei blucerchiati, diventerà fondamentale la sfida successiva del club milanese contro il Genoa, partita che probabilmente deciderà una volta per tutte se l’Europa sarà possibile o meno, per finire ci saà l’Empoli a San Siro in una partita per nulla proibitiva. 

Quanto il club, i giocatori, Mancini e i tifosi, tengano all’accesso europeo è inutile sottolinearlo. 

L’Europa League riporterebbe infatti il prestigio dell’Inter al livello che merita e che troppo spesso, ultimamente, è stato bistrattato.

Le entrate sarebbero poi maggiori perché partecipare ad una competizione continentale, sebbene di livello inferiore, riempirebbe le casse del club che necessitano di liquidità. 

L’Europa potrebbe infine convincere alcuni giocatori ancora in dubbio sul rinnovo, fra tutti Handanovic, a restare a Milano; il portiere infatti non nasconde la voglia di giocare per traguardi di livello.

Ma siamo sicuri che l’Europa League significhi solo cose positive? Indubbiamente i vantaggi ci sono ma, allo stesso tempo, ci sono anche alcuni svantaggi da non sottovalutare. 

Per prima cosa, con buone probabilità, l’Inter otterrà l’ingresso in Europa attraverso la conquista del sesto posto che significa giocare i preliminari prima di entrare nella fase a gironi della competizione. Questo obbligherebbe la squadra ha iniziare la stagione prima del previsto, elemento da non sottovalutare, data anche la Copa America che porterà diversi giocatori neroazzurri ad essere impegnati per tutta la prima parte dell’estate. E un inizio così anticipato non è mai facile da gestire. 

Inoltre l’ingresso in Europa farebbe scattare le sanzioni previste dalla Uefa in materia di Fair Play Finanziario: nonostante il massimo organo calcistico europeo apprezzi i programmi interisti per migliorare la propria situazione economica, le sanzioni Uefa sono tutt'altro che dolci e prevedono un pagamento di una multa di 20 milioni e la riduzione della rosa a 21 giocatori il primo anno e 22 il secondo. Insomma limitazioni da non sottovalutare per una squadra che punta a una grande stagione il prossimo anno. 

Gli esempi forniti poi dalla Juventus di Conte, dalla Roma di Garcia e dalla Lazio di Pioli dimostrano che senza l’Europa ottenere risultati migliori in Campionato è più facile ma non scontato, anche se i piani di Mancini e Thohir sembrano finalmente permettere ai neroazzurri di lavorare a lungo termine. 

Insomma Europa si o Europa no resta un dilemma aperto, dilemma che però non sembra interessare la società, intenzionata a fare di tutto per non offrire ai suoi tifosi una nuova stagione deludente e per questo volenterosa di lottare fino alla fine per raggiungere il sesto posto, almeno, anche compiendo alcuni sacrifici che l’Europa comporterebbe. 

La parola spetta però ora al campo dove saranno le ultime tre partite, o forse anche solo le ultime due, a dire che ne sarà del futuro dell’Inter. 

Tra tutti questi dubbi però, i tifosi hanno almeno una certezza: sabato la Juve andrà battuta, perché il Derby d’Italia è sempre il Derby d’Italia  e San Siro si merita qualche soddisfazione.