Dopo lo stop forzato, Hernanes alza la voce. Scontata la squalifica, il brasiliano è pronto a cucirsi nuovamente addosso la maglia nerazzurra, partendo dalla gara di domani, in programma al Ferraris.

Nell'anticipo ligure, l'Inter mette sul piatto le ultime speranze d'Europa, sgualcite dalla debacle interna contro la Juventus. L'1-2 di San Siro, maturato dopo un buon primo tempo, segnato da eccessive distrazioni, complica il cammino, ma l'aritmetica concede ancora uno spiraglio.

Con il Genoa, Hernanes rileva Shaqiri, sulla trequarti. Da lusso eccessivo a giocatore cardine, da panchinaro milionario a punto di forza, il passo è breve, un passo, in primis, mentale.

"La mia stagione è svoltata quando ho capito che dovevo essere più istintivo e meno razionale. Prima ero tutto cervello, pensavo troppo. E mi trascinavo dietro il corpo come fosse un trolley"

Il mercato è in continua evoluzione e l'Inter studia le mosse giuste per consegnare a Mancini una rosa completa già dalla prossima estate. Hernanes è un punto interrogativo, piace, soprattutto ora, a deciderne il futuro è quindi la legge dell'offerta, aldilà della volontà del giocatore, pronto a rimanere.

"Non ho mai fallito in vita mia. L’ho dimostrato. Non ho alcuna intenzione di andarmene fino a quando non avrò una mia foto appesa qui alla Pinetina mentre sollevo un trofeo. Se invece non mi vorranno più qui…".

L'analisi della stagione evidenzia i limiti della squadra. L'Inter è spesso accusata di scarsa personalità, un'impronta caratteriale troppo lacunosa se il teatro è la A, ricca di insidie e di compagini pronte a tutto per fermare storia e tradizione, per ottenere il massimo contro un club come quello nerazzurro.

"Non credo sia un problema di personalità. Quando sono arrivato all’Inter ho capito che i nostri avversari diventano più aggressivi, più cattivi, vanno al 200%. Non abbiamo capito che ogni squadra va affrontata con rabbia sportiva".

Il cambio di passo, per Hernanes, a Milano, di fronte al Napoli. L'Inter, sotto nel punteggio, si aggrappa al Profeta e il Profeta toglie le castagne dal fuoco. Da allora, un'ascesa costante, fino al decollo completato all'Olimpico, contro la Lazio. Ora l'Inter, in difficoltà, chiama ancora Hernanes, il campione di ritorno.

"Nella gara d’andata al Meazza contro il Napoli ho capito che stavo venendo fuori. La capriola è stata la più bella della mia carriera, sono volato, è stata una capriola di liberazione".

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo