A Parigi, hanno imparato ad amare, calcisticamente, Thiago Motta. Quando c'è Thiago, il gioco fluisce naturale, la manovra si sviluppa senza apparenti ostacoli. Il pallone corre, libero da vincoli. Senza Thiago, il Psg è un insieme di voci disunite, pronte a sfidarsi per l'acuto più alto. Motta non è solo un palleggiatore, è un leader, dirige e amministra la zona mediana. A 32 anni, dopo aver vinto tutto con l'Inter e conquistato Parigi, Thiago Motta si ferma a riflettere. All'orizzonte, l'ultimo passo di una lunga carriera. Blanc non vuol rinunciare al magistero dell'italo-brasiliano, il Psg punta a rinnovare il contratto in scadenza nel 2016, ma il giocatore socchiude la porta. L'esperienza è agli sgoccioli, questione di motivazioni.

"Il Psg è cresciuto molto. Sono passati tre anni e mezzo, ma a me sembrano molti di più. Credo ormai di aver dato tutto. Ho l’impressione che per me si chiuda un ciclo. Ho dato e ricevuto tanto. Al limite sarebbe più comodo restare, ma non sarei onesto né con me stesso né con un club che ho imparato ad amare. Non è una questione di soldi , ma di stimoli".

Il colloquio con l'attuale tecnico sancisce la separazione. Una stretta di mano, di stima, per chiudere un rapporto franco. Qualche piccolo malumore sul finire di stagione, un'esperienza comunque positiva in una delle maggiori realtà del calcio europeo.

"Gli ho già parlato di persona, e anche con la società che vorrebbe davvero rimanessi. Una relazione però funziona quando tutti sono al 100%, e non credo di esserlo. In Francia ho vinto tutto e adesso provo le stesse sensazioni di quando lasciai l’Inter dopo il triplete".

Il futuro resta un'incognita. Thiago Motta si mostra sibillino su un possibile ritorno a Milano. Contatti frequenti nei mesi scorsi, poi la resa del club di Thohir di fronte all'avvicinamento del giocatore all'Atletico Madrid. Nel frattempo, altre piste in casa Inter, Da Mario Suarez a Felipe Melo. Trattative in divenire, sullo sfondo l'ombra di Thiago Motta. Simeone valuta l'innesto del centrocampista, l'Inter sogna di riaprire il fronte.

"All’Inter il d.s. Ausilio che conosco bene sta facendo un ottimo lavoro. Tornare sarebbe una vera sfida. Come dimostra la scelta di Mancini che ha ripreso la squadra in un momento delicato. Sarebbe stimolante e pure naturale ritrovare l’ambiente dove ho vinto tutto".

L'ultimo pensiero alla Nazionale. Nella rivoluzione avviata da Conte, verso l'Europeo in programma nel 2016 in Francia, non sembra esserci spazio per il veterano Motta, ma il calciatore mantiene vive le speranze. L'azzurro dell'Italia, il nero-azzurro di Milano, sogni in salsa tricolore.

"No, ci spero sempre, ma capisco le scelte del c.t. Conte. Se mi chiama però sono pronto".

Fonte Gds