Stevan Jovetic, poco altro. Tre punti per molti aspetti simili a quelli d'esordio, griffati dal talento del montenegrino, puntuale in occasione della prima rete e glaciale dagli undici metri allo scadere dei 90 minuti, e da una carenza di idee preoccupante. Il gioco stenta, l'Inter costruisce con lentezza, avanzando, compassata, verso il campo nemico. Una disposizione ordinata inibisce le trame degli ospiti e solo lo spunto di un fuoriclasse accende la partita. Nella ripresa, il desolante spettacolo continua e il Carpi inizia ad assaporare l'impresa, quando le gambe si fanno pesanti. Di Gaudio pareggia e il pubblico esplode. Tocca alla premiata ditta Guarin - Jovetic fermare il mare in tempesta. Mancini sbuffa e si dimena, non è ancora la sua Inter.

Il tecnico rinuncia ad Hernanes - unico elemento di qualità nel mezzo - e lancia il recuperato Brozovic, con Guarin all'esordio. Jovetic supporta Palacio, in assenza di Icardi. Castori dispone il Carpi con un 3-5-2 che fa leva sulla rapidità di Matos.

Il piano tattico è da subito definito. L'Inter controlla il possesso palla, ma non affonda, il Carpi si copre, recupera e verticalizza. Murillo entra deciso su Matos, proteste di casa, ma il direttore di gara concede solo l'angolo. Il ritmo, ridotto, favorisce chi si difende, a brillare è soprattutto Miranda, un professore. Il brasiliano indica la via ai compagni, ma l'Inter paga la scarsa vena di Kondogbia e le limitate doti di Medel. Guarin è corpo estraneo, Jovetic si abbassa, ma non illumina. Mancini chiede maggior spinta agli esterni, ma anche qui la precisione difetta. Il gol, casuale, al minuto 31. Guarin scodella dalla trequarti, Jovetic si inserisce dal lato opposto, coglie l'indecisione di Lasagna e Wallace, impattando al volo la sfera. Brkic, incerto in uscita, si salva in un primo tempo, ma la sfera resta a disposizione del montenegrino, che prontamente ribadisce in rete.

Il gol non sveglia l'Inter, è anzi il Carpi a rendersi protagonista sul finire di tempo. Matos si libera di Santon in area e offre a Wilczek, il polacco, con una finta, mette a sedere lo stesso Santon e Murillo, Handanovic però risponde presente. Questione di minuti ed è ancora Carpi. Matos sguscia via a destra, mette basso al centro, Medel rinvia male e Fedele si trova sui piedi un pallone d'oro. Il centrocampista calcia in posizione non perfetta e manda alto. All'intervallo avanti l'Inter di misura.

Mancini chiede ai suoi maggior concretezza e maggior voglia, ma è evidente l'atteggiamento superficiale degli ospiti. I nerazzurri puntano al massimo risultato col minimo sforzo. I minuti iniziali vivono del duello Matos - Miranda. Tecnica e rapidità il primo, esperienza e senso del gioco il secondo. Emerge l'ex Atletico, ma il Carpi è in partita. Castori richiama uno spento Wilczek e lancia Lasagna, scocca poi l'ora di Di Gaudio. Un Carpi a trazione anteriore, veloce, pronto a cogliere l'evidente calo fisico dell'Inter.

Doccia fredda per Mancini al minuto 81. Pallone in area dalla destra, Lasagna non riesce a controllare, Di Gaudio calcia alle spalle di Handanovic. Pari e festa, con Lazzari che invita i compagni a credere nella rimonta. L'Inter subisce il montante e si riorganizza, lanciandosi in avanti, senza un piano definito. Palacio, favorito da un'azione confusa, ha la palla all'87 per riportare in vantaggio i nerazzurri, ma controlla male e agevola il compito di Brkic.

Episodio chiave al minuto 89. Palacio recupera palla e si invola nella metà campo del Carpi. Apertura a destra per Guarin, il colombiano entra in area, sterza e viene agganciato da G.Silva. Nessun dubbio, calcio di rigore. Jovetic, glaciale, spiazza Brkic. 1-2, l'Inter vince, zoppicando.