Era il 31 maggio quando Roberto Mancini, a margine dell'ultima di campionato a San Siro contro l'Empoli, diceva: "Nel mercato estivo servono 8-9 acquisti". Si è andati molto oltre, dato che di nuovi ne sono arrivati ben 11. Praticamente una squadra intera. Che il Mancio fosse abile a farsi comprare i giocatori lo si sapeva già, ma la sua attitudine a chiamare lui stesso i nuovi acquisti e convincerli della bontà del progetto, è una caratteristica che abbiamo imparato a conoscere in questa estate. Ed è proprio dal progetto del tecnico che bisogna partire. Tanti acquisti, pressoché tutti di livello, ma soprattutto profili adatti all'idea di Inter che ha in mente Mancini. E questo è già un enorme vantaggio, in quanto dimostra idee chiare. Siamo ben distanti dalle sessioni confusionarie degli ultimi anni. Bisogna tornare alla stagione 2009/2010, guarda caso conclusa poi con il Triplete, per trovare una serie di acquisti funzionali al 4-2-3-1 di Josè Mourinho. Arrivarono Milito, Thiago Motta, Lucio, Eto'o e Sneijder.

ACQUISTI - La nuova Inter di Mancini, invece, non poteva prescindere da un'urgenza: rinnovare e rinforzare il reparto arretrato, e così è stato: con Murillo bloccato già a gennaio, e poi esploso in Copa America con la sua Colombia, è arrivato l'esperto Miranda dall'Atletico Madrid, vera e propria colonna portante della squadra che il Cholo Simeone ha portato sul tetto di Spagna e ad un passo da quello europeo. Anche le corsie laterali sono state rinnovate, con gli acquisti di Montoya dal Barcellona e di Telles dal Galatasaray. Il vero e proprio colpo di mercato, quello in grado di far sognare i tifosi e di restituire entusiasmo è, senza dubbio, quello di Geoffrey Kondogbia a centrocampo. Non solo per la caratura del giocatore, ma anche e soprattutto per come si è conclusa la trattativa, con il sorpasso in extremis sui cugini del Milan e con l'importante cifra sborsata - nella maggior parte dei casi i tifosi sono poco economisti e sono ben felici di vedere la propria società che non ha timore ad investire. Accanto a lui, poi, ecco arrivato Felipe Melo, richiesto esplicitamente da Mancini per dettare i tempi a centrocampo ed aggiungere altra personalità in un settore nevralgico. E per concludere l'attacco, anch'esso rinnovato grazie agli arrivi di Jovetic, Perisic - dopo una telenovela durata quasi tre mesi - e Ljajic proprio allo scadere, oltre al ritorno di Biabiany e all'acquisto del giovane Manaj.

CESSIONI - Per far fronte a tutti questi arrivi, però, sarebbe stata necessaria qualche partenza in grado di portare denaro fresco. La più dolorosa è senza dubbio quella di Kovacic al Real Madrid, a fronte comunque di una cifra importante. Hanno destato qualche malumore, tuttavia, anche le partenze di Shaqiri allo Stoke City - bocciato dopo appena sei mesi - e di Hernanes alla rivale di sempre, quella bianconera, sempre nell'ultimo giorno di mercato, non hanno lasciato indifferenti. Diversamente da altre occasioni - si veda il caso Guarin - questa volta però i tifosi non sono sono scesi in piazza, né hanno manifestato apertamente i loro malumori, questo perché consapevoli del chiaro e preciso lavoro da parte della società, intenzionata seriamente a rinforzare l'organico e disposta anche ad investire nonostante il fair play finanziario. Oltre ai tre già citati, comunque, sono usciti anche molti giocatori ormai ai margini del progetto, tra i quali Andreolli, Taider, Scheotto e Kuzmanovic.

FATTORE AUSILIO - Un grande applauso, di certo, va fatto al Direttore sportivo Piero Ausilio, rivelatosi un grande operatore di mercato. Il lavoro in simbiosi con Mancini ha infatti permesso, come già detto, di prendere giocatori funzionali al progetto tattico, e la formula dei "pagherò" messa in atto per gli acquisti più onerosi dà la possibilità di alleggerire momentaneamente il bilancio. Anche l'ultimo giorno di mercato, di solito il più frenetico, ha messo in luce le grandi capacità del Ds nerazzurro. Saltato Eder, infatti, l'alternativa Ljajic era già pronta. In generale, durante tutto il corso del mercato, la società ha dimostrato di saper lavorare su più tavoli e di tenersi diverse porte aperte, per evitare di rimanere spiazzati dall'andamento delle trattative, si veda anche il caso Salah-Jovetic. Ricapitolando, Inter protagonista sul mercato e pienamente promossa.

LA NUOVA INTER - Ora però sono il tecnico e la squadra a dover fare la loro parte. Mancini ha a disposizione un organico di alto livello e dispone di almeno due giocatori per ruolo. Potrà cominciare ora a sperimentare nuove soluzioni tattiche più congeniali alle caratteristiche dei singoli a disposizione. Con il 4-3-3, infatti, Melo si piazzerebbe da centrale, con ai lati due mezzale fisiche come Kondogbia e Medel o Brozovic. Tra i tre davanti, Icardi avrebbe il compito di finalizzare, sostenuto da due esterni di grande qualità come Perisic - in grado di giocare sia a destra che sinistra - e Jovetic. Nel caso in cui, invece, Mancini decidesse di optare per il più offensivo 4-2-3-1, in mediana troverebbero posto Kondogbia - abituato a giocare a due anche nel Monaco e uno tra Melo e Medel. A Jovetic, arretrato a sostegno di Icardi, spetterebbe il compito di inventare ed aprire le difese avversarie, sostenuto ai lati da Perisic e Lijajic.

Questi i venticinque giocatori che andranno a comporre la rosa da consegnare in Figc:

PORTIERI - Handanovic, Carrizo, Berni

DIFENSORI - Miranda, Murillo, Ranocchia, Vidic, Juan Jesus, Santon, Montoya, Dodò, Telles, D'Ambrosio, Nagatomo

CENTROCAMPISTI - Kondogbia, Medel, Melo, Brozovic, Guarin

ATTACCANTI - Icardi, Palacio, Perisic, Jovetic, Ljiaic, Biabiany