Felipe Melo e l'Inter, una lunga rincorsa, prima del lieto fine. L'approccio nella prima esperienza italiana del centrocampista, il ritorno di fiamma nell'estate corrente, con Mancini che pretende l'acquisto del brasiliano. Trattativa estenuante, chiusa al tramonto del mercato, dopo il rinnovo di Melo con il Galatasaray.

"Sono già stato vicino all'Inter in passato, quando vestivo la maglia della Fiorentina. In questa sessione di mercato non ho mai avuto paura di non arrivare, perché le porte che apre Dio non può chiuderle nessuno. Ero tranquillo, in attesa di poter cogliere questa opportunità. La cosa importante è che adesso sono qua". 

La garra di Melo in una mediana in cerca di personalità. Mancini affida al suo protetto le chiavi del gruppo per alzare l'impatto mentale dell'organico attuale.

"Sotto l'aspetto caratteriale mi aspetto di essere un leader dentro e fuori dal campo. E non mi sento sminuito quando mi definiscono 'cattivo'. La cattiveria agonistica e l'aggressività sono mie caratteristiche, ma ci tengo a sottolineare che l'anno scorso non ho preso neanche un cartellino rosso. Conosco la mia forza e so cosa devo fare in campo".

Vincere, perché così chiede la tradizione. L'Inter non può recitare un ruolo secondario, l'obiettivo è entrare in Europa dalla porta principale.

"L'Inter è una squadra abituata a vincere, qui hanno giocato due miei idoli come Veron e Simeone. Penso di poter aiutare questo club a ottenere altri successi, poi sarà il campo a parlare ma sono in un top club e dobbiamo puntare sempre al successo. Voglio fare la storia con questa maglia". 

Alle porte, dopo la sosta, il derby. L'avventura di Felipe Melo inizia questa sera - di fronte il Lecco in amichevole - ma i fari sono già proiettati sul confronto con il Milan. Dieci giorni per affinare la condizione e presentarsi al top al cospetto del diavolo.

"Pronto per il derby? Fisicamente sono ancora un po' indietro ma credo che per domenica sarò a disposizione. In ogni caso, prima del derby c'è la partita di stasera contro il Lecco. Anche se è un'amichevole, io ci tengo a fare bene e ragiono gara dopo gara. Perché l'83? È l'anno di nascita, poi l'8 rappresenta l'infinito e il 3 rappresenta la Trinità. Ruolo preferito? Mi interessa solo giocare e fare bene".

A chiudere, due parole per Alex Telles, come Melo giunto dalla Turchia, e Geoffrey Kondogbia. Giovani, forti, perfetto esempio del nuovo corso nerazzurro.

"Alex Telles? È un giocatore con un sinistro magico. È giovane, ha voglia di vincere e ha un futuro importante davanti a lui. Kondogbia? Ha solo 22 anni ma è già un giocatore importante. Credo che potremo fare grandi cose insieme".