Erick Thohir, da Giacarta, torna a parlare di Inter. Il Presidente - presente a una cerimonia utile ad ufficializzare la collaborazione tra il club nerazzurro e il Persib Bandung - si divide tra presente e futuro, tracciando la linea da seguire da qui al termine della stagione. 

Nessun dubbio sulla guida tecnica. Dopo il ritorno a Milano nella scorsa stagione e il primo vero insediamento nel mercato estivo, Mancini è ora saldamente al timone. Il progetto avviato con Thohir ha uno sviluppo pluriennale e prevede il ritorno dell'Inter tra le migliori squadre d'Europa, dopo la fase negativa post triplete. 

"È un buon allenatore e rimane il tecnico dell'Inter anche per la prossima stagione".

Thohir spegne facili entusiasmi. La posizione della squadra - a un passo dalla vetta, in lotta con Juventus e Napoli - non deve spostare l'attenzione dagli obiettivi di inizio stagione. L'eccessiva euforia può avere effetti devastanti, specie su una creatura in costruzione. Il tycoon ricorda l'impellente bisogno del club, un ritorno a pieno regime nell'Europa che conta. Resta quindi da inseguire una terza posizione che possa permettere l'accesso ai preliminari di Champions. 

"Credo che non bisogna farsi prendere dal panico, perché il nostro l'obiettivo resta la qualificazione in Champions. Sono i media e i tifosi che reclamano lo scudetto". 

Chiusura dedicata al momento dell'undici nerazzurro. La resa interna con il Sassuolo - al termine di un match condito da numerose occasioni - segue quella con la Lazio, un doppio allarme che fa riflettere. Non una crisi, ma di certo un momento di appannamento. Importante ripartire celermente per mantenere il ritmo del girone d'andata. La trasferta di Bergamo è il primo esame da non sottovalutare.  

"Spero che Mancini e i giocatori reagiscano subito con l'Atalanta. Mi aspetto che si rialzino già a partire dalla partita in programma questo fine settimana. La partita di domenica ci ha lasciato senza parole, ma questo è il calcio: avevamo il 50% di possibilità di vincere e di perdere. Abbiamo attaccato costantemente, ma la palla non è entrata".