Un gol di Mancini - in allenamento - un tocco morbido che scatena entusiasmo e applausi. L'Inter si chiude tra le sacre mura della Pinetina e prova a dimenticare il recente passato. Fuori dalla Coppa nazionale, respinta dal derby, la squadra deve con effetto immediato ritrovare la vittoria, per non concedere spazio a chi guida e a chi insegue. Fari sulla Fiorentina - terza, a una lunghezza - ma anche su Milan e Roma, cavalli di ritorno. 

Il calendario propone un'occasione di riscatto, a San Siro - nel turno infrasettimanale - si presenta il Chievo di Maran. Otto gol al passivo per i clivensi tra Lazio e Juve, una classifica ancora tranquilla - più 8 sul Carpi - ma qualche piccolo allarme in seno all'atteggiamento proposto nei turni da poco in archivio. 

L'Inter deve imporsi, in campo, nei numeri. Condurre le danze, di fronte a un undici - quello gialloblu - per forza di cose in trincea. Il Chievo studia un piano di ripartenza, Mancini chiede ai suoi manovra fluida e idee chiare. Difficile senza un regista. Il mercato si chiude con Eder, per il resto voci lontane, destinate a tramutarsi in realtà la prossima estate. Si prosegue sulla falsariga del girone d'andata, con una mediana di sostanza, da battaglia, non certo da ricamo. 

Per la gara di questa sera, ennesimo ribaltone stando alle ultime. Jovetic si accomoda in panchina, Icardi - dopo l'errore dal dischetto nella stracittadina e le due panchine consecutive - torna a vestire i galloni del titolare. Ai lati dell'argentino, Eder e Perisic (ballottaggio in essere con Ljajic). Si torna, quindi, al 4-3-3, una formazione che stringe la mano all'equilibrio, meno qualità, più peso. 

Spazio, nel mezzo, al duo Melo - Medel, aspramente criticato nella notte dello Stadium, con l'oggetto misterioso Kondogbia sul centro-sinistra. Fuori Brozovic. Davanti ad Handanovic, Miranda - Murillo, con Telles sulla corsia mancina e D'Ambrosio più di Nagatomo sul fronte opposto. 

Maran non può usufruire delle prestazioni di Gamberini, Izco, Meggiorini, Pepe e Hetemaj. Il neo-acquisto Floro Flores osserva il duo composto da Inglese e Mpoku. Birsa è il punto d'unione tra attacco e centrocampo, Radovanovic l'elemento di riferimento nella zona nevralgica. Mezzali Rigoni e Castro. Seculin difende i pali, unico dubbio sull'out di destra del settore di difesa. Cacciatore favorito su Frey. Gobbi a destra, l'esperienza di Cesar e Dainelli al centro. 

Fischio d'inizio alle 20.45, dirige Valeri. 

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Johnathan Scaffardi
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