Se Rudi Garcia, nell’improbabile ipotesi in cui dovesse leggere questo articolo, toccasse ferro, non ci stupiremmo. I lupacchiotti della capitale, infatti, non godono di una buona tradizione contro le zebre bianconere, che si giochi a Roma o a Torino. I giallorossi infatti non hanno mai avuto vita facile con i bianconeri, men che meno negli ultimi anni, durante i quali lo Juventus Stadium si è letteralmente trasformato in una trappola per topi. Lo score, decisamente a favore di quelli che nel big match di domenica sera saranno padroni di casa, parla di 81 vittorie bianconere contro le 41 giallorosse, in 166 scontri diretti in Serie A, più 4 in Coppa Italia. Ma se il confronto non fosse già troppo cattivo nei confronti dei capitolini, il parziale diventa quasi impietoso, prendendo in analisi le partite disputate esclusivamente in Piemonte: 54 a 11 per la società di Corso Galileo Ferraris.

Fattore campo – Prima della sfida più recente tra le due squadre, quella dell’Olimpico vinta dai giallorossi grazie al siluro di Totti, la Juventus in casa ha sempre avuto vita facile. Da quando lo Juventus Stadium è stato inaugurato, l’8 settembre 2011, la Roma si è infatti presentata tre volte a Torino, due volte in Serie A, ed una in Coppa Italia. Competizioni diverse, ma stesso risultato: una Juventus schiacciasassi, capace di realizzare ben 11 reti, a fronte dell’unico gol, della bandiera tra l’altro, giallorosso, segnato da Osvaldo.

La prima sfida nel nuovo stadio per ordine di tempo è il quarto di finale di Coppa Italia, terminato con un secco 3-0. La partita acquistò un maggiore significato perché, oltre al gol di Giaccherini e all’autorete di Kjaer, si registrò il primo gol di Del Piero nella nuova casa bianconera – portandolo alla realizzazione in quattro stadi diversi della Juventus -, una perla sotto l’incrocio che potete gustarvi nel video seguente.

In campionato poi, nelle due sfide successive, il canovaccio è rimasto tale: 4-0 (Pirlo, Vidal, Vidal, Marchisio) nel 2011/12, quando sulla panchina giallorossa sedeva ancora Luis Enrique, e 4-1 (Pirlo, Vidal, Matri, Giovinco, Osvaldo) nel 2012/13, uno schiaffo morale all’allenatore romanista Zeman. Sei punti che, nell’arco di due anni, hanno contribuito alla conquista bianconera dei due scudetti consecutivi. Ma quella era un’altra Roma. La Roma di quest’anno è una squadra combattente, che, giustamente, si gode la classifica dall’alto, forte di risultati che varrebbero quasi sempre il primato, non fosse per lo straordinario ruolino di marcia dei ragazzi di Conte.

I tifosi giallorossi ricordano sicuramente con più piacere la sfida del 23 gennaio 2010, quando, guidati da Ranieri – subentrato a Spalletti dopo la sconfitta in casa per 3-1 proprio con la Juventus -, espugnarono l’Olimpico di Torino con una rete di Riise, quando ormai mancavano pochi secondi alla fine del recupero, con Buffon espulso. Una vittoria sì, entusiasmante, che però non fu utile alla causa del tricolore, finito poi nelle mani dell’Inter di Mourinho, nonostante una rimonta pazzesca che fece sognare non poco i tifosi romanisti e non. Curiosamente, questa sconfitta di Torino fu l’ultima di Ciro Ferrara sulla panchina bianconera, al cui posto subentrerà poi il traghettatore Zaccheroni.

Sfida scudetto? - Scavando più a fondo nella storia però, spunta un precedente di lusso, non paragonabile a quello di quest’anno, perché, nella stagione 1980/81, Juventus e Roma si giocavano lo scudetto a tre giornate dalla fine. E’ la sfida in cui, senza forse, affonda l’odio profondo che colpisce romanisti e juventini, di cui ancora oggi notiamo le conseguenza: Juventus-Roma del 10 maggio 1981 vale moltissimo, ma lo 0-0, figlio di un gol annullato ai giallorossi, regala in sostanza il tricolore numero 19 ai padroni di casa. Proprio il gol annullato, passato alla storia come “il gol di Turone”, scalda ancora gli animi di tifosi giallorossi e non, su falsa riga di quanto non faccia il fallo di Iuliano su Ronaldo. Personalmente, nessuno di noi si augura un epilogo del genere, ma la sfida promette alta tensione. Affascinante, sì, ma maledettamente pericoloso.