Sono bastati 56 minuti alla Juve per tramortire l’Inter con tre gol che hanno messo la parola fine all’incontro. Troppa differenza, sotto tutti i punti di vista, tra la squadra di Conte e Mazzarri: la Juve, pur sotto tono, ha più qualità, organizzazione ed esperienza; l’Inter, dopo la rete di Rolando, ha provato a gettarsi in avanti, ma le ingenuità difensive avevano già regalato lo scalpo ai bianconeri.

Per dirla tutta, la gara non è stata un grande spot per il calcio. Innumerevoli i passaggi imprecisi, le mischie, tanto che allo Stadium si sono vissuti momenti di silenzio da partita di LegaPro. Quel che conta è però il risultato e quest’ultimo dice ancora Juve: 59 punti su 66 disponibili in campionato, solo una sconfitta e due pareggi. Si può anche perdonare un periodo di appannamento a Madama.

Dicevamo, partita brutta e sotto tono. I padroni di casa sono sembrati un po’ sulle gambe, mentre i nerazzurri hanno mostrato tutte le carenze tecniche e tattiche possibili. Kovacic continua a rimanere un oggetto indecifrabile e difficile da posizionare, Kuzmanovic davanti alla difesa non può rappresentare la chiave di volta di uno Juve-Inter e quel Palacio lì davanti (come sempre unico a salvarsi con Handanovic) non può fare miracoli.

In casa Juve da registrare, oltre alla tanta imprecisione e al calo di tensione sul 3-0, la scarsa vena della difesa sui calci piazzati, situazione che in maniera preoccupante si sta ripetendo spesso ultimamente. In avanti Tevez sta vivendo un momento negativo, mentre Llorente è un diesel che serve a poco quando il risultato a metà partita è già acquisito.

In una serata così, non un caso che siano state le “anime” bianconere ad andare in rete. Quelli che corrono fino allo sfinimento, magari meno belli ed eleganti di Pogba e Pirlo, ma con gli attributi giusti per risolvere queste partite: Lichtsteiner, Chiellini e Vidal. A dire il vero, senza la magia di Pirlo, lo svizzero al 15’ non avrebbe aperto il match. Solito giochetto molto in voga il primo anno di Conte: il terzino sbuca alle spalle dell’avversario (stasera un addormentato Kovacic) pronto a mandare in rete la palla con i contagiri del centrocampista bianconero.

Il primo tempo scorre con un solo brivido per Storari, quando Palacio approfitta del pasticcio di Bonucci per involarsi verso la porta e calciare alto. Per il resto, Inter con uno sterile giro palla e Juve incapace di finalizzare su azione i recuperi a centrocampo.

Non riuscendo a segnare in maniera “normale”, ad interrompere l’inerzia ci pensa un mischione al rientro dagli spogliatoi a regalare il 2-0 ai padroni di casa. Al 47’ Pogba e Chiellini sono lesti ad approfittare del leziosismo di Nagatomo al limite dell’area con il numero 3 bianconero che schiaccia di collo il pallone trafiggendo Handanovic.

Al colpo del ko ci pensa otto minuti più tardiVidal. Llorente tiene un buon pallone girandosi nell’area piccola per servire Pogba: il francese non ci arriva, ma nella confusione generale sbuca il cileno che svirgola di forza la sfera bucando ancoraHandanovic.

Da qui la Juve si spegne, l’Inter si attrezza praticamente con quattro attaccanti e succede che i ruoli si ribaltano. Il gol di Rolando arriva da un’altra mischia in area, ma quello che sbaglia Palacio davanti a Storari a dieci dalla fine è tanta roba. La partita non si riapre per fortuna di una Juve che non ne ha più. I bianconeri hanno fatto in tempo a fare bottino pieno prima del tracollo fisico, forse anche questo significa essere una Squadra. 

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Alessio Molteni
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