Questo è il dato di fatto : la Juve esce sconfitta dal Vicente Calderon al cospetto di un Atletico fatto a immagine e somiglianza del suo tecnico, vera marcia in più dei colchoneros. Non ammalia, picchia duro, spezza il gioco avversario risultando, spesso, terribilmente efficace. Lo sa bene anche il Real Madrid che, nell'ultimo biennio, ha spesso sofferto lo scontro diretto con i cugini, soprattutto in campionato, uscendo però vincitore, in modo anche rocambolesco se vogliamo, dall'appuntamento più importante; quella finale di Champions che ha regalato la decima alla Casa Blanca.

Si torna, dunque, a parlare delle difficoltà europee dei bianconeri e i salotti televisivi si sono sbizzarriti: troppa timidezza, poco ritmo, Allegri remissivo. Qualcosa di vero c'è ma è altrettanto evidente che in caso di 0-0 (complessivamente meritato dai bianconeri) gli stessi opinionisti avrebbero parlato di una Juventus che si conferma squadra matura che non concede nulla all'Atletico e di partita studiata intelligentemente dal mister livornese. Ovviamente si può dire tutto e il contrario di tutto del match dei bianconeri ma cerchiamo di capire.

La sensazione è che la Juventus abbia peccato soprattutto nella ripresa. Il primo tempo era stato giocato complessivamente bene dall'undici bianconero. Di fronte ad un avversario ostruzionista e ottimamente schierato in campo la Juve ha tenuto il pallino, concedendo nulla ( ma anche creando poco) sfiorando il 70% di possesso palla. Le difficoltà a trovare la via della porta (ad eccezione del tiro a giro di Pogba, finito di poco a lato) sono in gran parte da attribuire allo schieramento di Simeone ( Saul schierato al posto di Griezmann è indicativo del tipo di match preparato dal Cholo). La prima frazione si è conclusa con una sensazione di positività per i bianconeri, sottolineata anche dai commenti in televisione e sul Web.

Nella ripresa a deludere è stato il reparto più forte dei bianconeri: il centrocampo. Vidal, alla ricerca della forma migliore dopo l'infortunio, è incappato in errori di misura a lui inusuali, Pogba, dopo un inizio incoraggiante, si è spento pian piano e Marchisio è apparso avulso dal gioco non riuscendo a ripetere le belle prove in cabina di regia del campionato. L'assenza di Pirlo è stata evidente nella seconda frazione, quando il centrocampo non è riuscito a svolgere quel lavoro di filtro e ripartenza necessario lasciando, per la prima volta, la difesa in affanno sulle incursioni di Turan, Koke e Juanfran. Il cammino è lungo e sembra ancora poter sorridere ai bianconeri a patto che nelle prossime trasferte, a cominciare dal Pireo, la mediana cominci a dimostrare tutto il suo innegabile valore.

Non tutto da buttare dunque ma la Juventus farà bene a cancellare da subito le tossine lasciate dal match di Madrid cercando di non farsi influenzare da critiche e perplessità sotto il profilo psicologico: domenica c'è la Roma e non c'è tempo per rimuginare.