12 anni, 12 lunghi anni che pesavano come una spada di Damocle sulla Juventus. Ma adesso è arrivato finalmente il momento di festeggiare, perchè, nonostante non si sia vinto un trofeo, tornare ad essere presenti tra le migliori 4 formazioni d'Europa è un grandissimo traguardo per la società bianconera.

Stamane si cercava di attribuire a qualcuno il merito di questa storica qualificazione alle semifinali di Champions League, ma tutti, dai vertici societari, ai giocatori, sono i fautori di questo importante traguardo. Impossibile non citare Agnelli, Paratici e Marotta, coloro che hanno costruito negli anni una squadra che domina in Italia e che adesso può anche puntare alla finale di Champions. Inoltre sono stati decisi e non hanno avuto paura di affidare la squadra bianconera nelle mani di Allegri, dopo l'improvviso addio di Conte.

Ed è proprio Massimiliano Allegri la sorpresa più grande. Arrivato tra lo scetticismo generale, l'ex allenatore del Milan è stato bravo ad inserirsi in uno spogliatoio molto compatto, senza stravolgerlo, imponendo pian piano il suo credo calcistico, adattandolo al buon lavoro che aveva fatto Antonio Conte nei tre anni precedenti. Dopo aver iniziato con lo schema del tecnico leccese, a novembre è passato al 4-3-1-2 per sfruttare meglio Pirlo, Paul Pogba, Arturo Vidal e Claudio Marchisio. Gli infortuni a metà campo e il ritorno di Andrea Barzagli non hanno implicato ulteriori stravolgimenti, anche se ​occasionalmente la Juventus è tornata all'affidabile 3-5-2: l'ultima volta ieri sera contro il Monaco, che è riuscito a tirare una sola volta nella specchio della porta. Questo sistema meno rigido è molto apprezzato dai giocatori, primo fra tutti Carlos Tévez: "Con Allegri ho più libertà di movimento che con Conte. Ora gli attaccanti hanno una posizione fissa quando non abbiamo la palla, mentre quando attaccano sono più liberi. In Champions League giochiamo diversamente rispetto all'anno scorso e siamo pronti dal punto di vista fisico e mentale. Questa squadra può affrontare chiunque". Ed Allegri ha incassato anche gli elogi di Andrea Pirlo, con il quale non si era lasciato benissimo ai tempi del Milan: "Allegri ha portato grande tranquillità. Non ha dato troppa importanza alle partite, come se dovessimo vincerle tutte per andare avanti, specie dopo le non bellissime prestazioni degli anni precedenti. Ha dato sicurezza, di partite ne ha fatte un bel po' in Champions col Milan e questo ci ha aiutato parecchio".

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Non resta che soffermarsi poi sui giocatori, coloro che scendono in campo e sudano la maglia per portare a casa gli obiettivi prefissati dalla società. Come detto in precedenza, i vertici della società bianconera, guidati dal Presidente Agnelli, sono stati molto oculati nel costruire una rosa omogenea e competitiva, inserendo anno dopo anno ogni tassello mancante. Prima Vidal e Pogba, poi Tevez, infine Morata, Pereyra ed Evra. Ed è proprio Patrice Evra la sorpresa di questo finale di stagione: "Gli sono serviti un paio di mesi per ambientarsi, ma poi ha dimostrato il suo valore - ha commentato Allegri -. È un giocatore molto intelligente e per molti anni è stato in Inghilterra, dove il calcio è completamente diverso e dove ha vinto tanti trofei, tra i quali la Champions. Ha personalità e sta dimostrando il motivo per cui ha giocato ai massimi livelli così a lungo".

Adesso tutti in attesa del sorteggio che si terrà domani mattina. In questo momento della competizione un avversario vale l'altro, nessuno ha punti deboli evidenti e tutti hanno dei punti di forza unici e molto complicati da arginare. Chi dice Real, chi dice Barcellona, mentre tutti vogliono evitare il Bayern, ma alla fine conta una sola cosa: ESSERCI!