Non è tempo di festeggiare. Massimiliano Allegri, reduce dalla conquista della Coppa Italia dopo aver messo in cantiere anche lo Scudetto, punta al massimo e non si concede, cosi come lo pretende anche dalla sua squadra, nessun calo di concetrazione. Testa e corpo dunque al Napoli, penultimo atto di un campionato dominato in lungo ed in largo. Domani è prevista allo Stadium anche la festa per lo Scudetto, ma Allegri resta focalizzato sull'obiettivo.

Il mister toscano parte analizzando l'aspetto che inevitabilmente legherà la preparazione della squadra in vista della finale di Champions ed a tal proposito parla riguardo al turnover che ci sarà domani: "Come tutte le cose ci vuole equilibrio, bisogna trovare un giusto equilibrio nell'allenarsi, nel far giocare chi ha bisogno di giocare, soprattutto perchè abbiamo due partite. Soprattutto quella di domani con il Napoli che è una gara che ai fini dell'obiettivo Scudetto per noi non conta niente, ma conta per quanto riguarda l'imbattibilità in casa, conta perchè bisogna fare una bella partita sotto l'aspetto tecnico, perchè su quello dobbiamo continuare a lavorare e a migliorare, sull'intensità, il carattere, tutte queste cose, ma soprattutto attraverso il gioco della squadra bisogna cercare di arrivare a fornire delle ottime prestazione che poi ci permettono di arrivare al risultato".

Mentalità, perché quello che caratterizza questa Juve, ma anche le precedenti è la fame di vittoria, in qualsiasi gara ed in qualsiasi competizione: "Queste due partite partite di campionato servono assieme agli allenamenti per mantenere la condizione, sia atletica che mentale. Come ho detto la scorsa settimana, anzi questa settimana, non possiamo pensare di riposarci fino al 6 giugno, perchè altrimenti dobbiamo staccare la spina, rimanere nel letto fino al 6 giugno, per paura magari di farsi male. Invece nella vita bisogna essere fatalisti, bisogna continuare a lavorare serenamente e tranquillamente e preparare queste due partite di campionato nel migliori dei modi. Dopo sabato prendersi un tre giorni di riposo, anche perchè questa squadra è da fine febbraio che non ha una mezza giornata libera, soprattutto quando c'è stata anche la sosta della Nazionale. E come c'è bisogno di lavorare c'è bisogno anche di riposare. E poi ci dobbiamo anche preparare per questa finale. Però dobbiamo farlo con tutta serenità, senza eccessivo stress e ansia di andare a giocare a Berlino, altrimenti arriviamo là e non riusciamo neanche a correre. Piano, piano, un passo alla volta, un giorno alla volta, ci prepareremo per le partite che andremo a fare".

Sulla formazione in vista di domani: "Oggi vedrò la squadra, vedremo quelli che sono più stanchi, che hanno bisogno di recuperare, perchè in questo momento c'è bisogno di giocare, di allenarsi, ma la prevenzione è fondamentale. Oggi valuterò di quelli che hanno giocato mercoledì chi è che sta un po' peggio. Direi però che la squadra sta bene, ha corso molto, ha corso anche fino alla fine, anche con intensità importante, andando in crescita durante la partita. Questo è un risultato importante per la finale di Champions. Però per mantenere questa condizione fisica bisogna allenarsi e giocare. Detto questo, mercoledì non hanno giocato Marchisio, Sturaro, Morata. Quindi ci sono giocatori che sono disponibili per la partita di domani. E' normale che a qualcuno devo dare riposo. Buffon? Basta non dirlo. Buffon domani rientrerà. Intanto sono molto contento di quello che ha fatto Storari tra sabato a Milano e mercoledì a Roma. E' un portiere straordinario, di grande affidabilità e lo ha dimostrato non solo in queste due partite ma anche precedentemente, e questo dimostra la serietà e la professionalità del ragazzo. Così come Rubinho, uguale, che non ha mai giocato un minuto, ma è un ragazzo che insieme agli altri portieri compone un buon team di portieri. Diciamo un'altra squadra".

Si cambia tema, passando al futuro di due dei giocatori chiave di questa Juventus, Andrea Pirlo e Carlos Tevez: "In questo momento non ho parlato nè con Pirlo nè con Tevez, non ho parlato con nessuno perchè credo ci sia un obiettivo. A parte che c'è stato un obiettivo come quello di mercoledì, appena raggiunto, un obiettivo importante, che la squadra ha conquistato dopo la conquista dello Scudetto, che era da tanti anni che mancava alla Juventus, e che era la decima Coppa. Credo quindi sia stato un obiettivo straordinario. Poi abbiamo altri obiettivi. Poi ci sarà il tempo di parlare di mercato, ma credo che in questo momento parlare di mercato non serva praticamente a niente".

Con la vittoria in Coppa Italia ha eguagliato Lippi, ma Allegri non si sbilancia più di tanto sull'obiettivo raggiunto, conscio del fatto che la strada per il successo è ancora lunga con tre gare da portare a casa: "Cosa devo dire? Sono contento, solo felice di quello che abbiamo fatto, di quello che stiamo facendo in questa annata, soprattutto perchè bisogna godersi questo momento che è straordinario, perchè come ho detto diverse volte difficilmente ti capitano annate come queste durante la carriera. Arrivare in fondo a tre competizioni, due le abbiamo portate a casa, ora ci rimanere l'ultima, che è un sogno e quindi bisognerà essere bravi e fortunati contro una squadra straordinaria. Poi è normale che quando ottieni risultati così importanti c'è solo da essere contenti a soddisfatti".

Vincere aiuta sempre a vincere, ma arrivare alle vittorie non è facile come sembra. Dietro c'è un lavoro meticoloso, tecnico e mentale, ed Allegri sa bene come arrivare al successo: "Vincere non è così scontato. Comunque è una bella monotonia. E poi non è mai una monotonia vincere, perchè si vince in tanti modi, non c'è solo un modo per vincere e soprattutto non è facile. Ora sembra che vincere una Scudetto fosse scontato, vincere la Coppa Italia fosse scontato, quasi quasi tra qualche giorno arriviamo a dire che era scontato arrivare in finale di Champions. Credo che invece questa sia un'annata importante, importante per la società, per i giocatori, questo a dimostrazione che sono un gruppo straordinario. Sono molto contento e fortunato di averlo a disposizione. E anche per i tifosi, sento che c'è molto entusiasmo, c'era a Roma quando abbiamo giocato la finale, c'è in città, si sente, si percepisce nell'aria che c'è un entusiasmo importante e credo che domani debba essere una giornata, oltre che dal punto di vista sportivo importante, perchè abbiamo da giocare una partita contro il Napoli, domani ci sarà la premiazione del campionato, ci sarà la Coppa Italia, quindi sarà sicuramente una serata bella da ricordare".

Infine, Allegri tocca anche altri temi, quali il calciomercato, con la scelta di Dybala di aver scelto la Juventus tra le altre pretendenti, e sull'eventuale scelta di Ancelotti di tornare al Milan: "Dybala? Quando arrivi in finale di Champions, soprattutto quando vinci per diversi anni in Italia, è normale che l'appeal della squadra cresce in modo spaventoso, è normale che i giocatori che sono qui ambiscono a voler rimanere qui e gli altri vogliono venire alla Juventus. Perchè la Juventus quando arriva in finale di Champions o si stabilizza nelle prime otto d'Europa. Quest'anno siamo arrivati in finale ma non tutti gli anni è così, basta vedere le altre grandi squadre. Ma l'obiettivo della Juventus è di arrivare tutti gli anni nelle prime otto. Poi qualche finale, semifinale, dipende dagli anni. Questo fa sì che l'appeal della Juventus cresca in tutto il mondo e soprattutto a livello tecnico i giocatori vogliono venire e non se ne vogliono andare: per quanto riguarda Dybala, è una trattativa che non so come è andata, però è un giocatore importante che potrà venire alla Juventus. Ancelotti? Il Milan l'anno prossimo sarà a competere per i primi tre posti perchè credo che quest'anno farà una campagna acquisti importante, perchè è nel dna del Milan. Le grandi squadre possono passare degli anni a non vincere. L'anno peggiore del Milan è stato questo perchè fino all'anno scorso gli ottavi di Champions li aveva raggiunti, in campionato aveva perso l'Europa League all'ultima giornata. Negli anni precedenti era arrivato una volta secondo e l'altra primo. Può capitare un anno, ma la cultura e la storia del club non si cancellano in un anno. Queste grandi squadre abituate a vincere possono passare uno o due anni senza vincere, ma poi ritornan più facilmente a competere per i primi posti rispetto a società che non hanno nel dna questo. Ancelotti è un bravissimo allenatore, non so cosa farà, se tornerà al Milan. Io credo che nel palmares di Ancelotti, tra coppe, supercoppe, coppettine e coppettone, abbia un armadio abbastanza grande. E' un allenatore che ha dimostrato tutto il suo valore e non ha bisogno dei miei aggettivi e consigli".