Pavel Nedved ha rilasciato un'intervista al sito della Repubblica Ceca Isport Blesk, soffermandosi sulla stagione della Juventus e ovviamente sull'attesissima finale contro il Barcellona.

Le fanno paura Messi, Neymar e Suarez considerato il loro attuale stato di forma oltre alla loro classe?

"Diciamo che chi ha questi tre fenomeni davanti parte sempre da un 2-0 iniziale. Hanno un talento straordinario, non è facile capire come poterli fermarli. Sono imprevedibili e capaci di fare qualsiasi giocata. Il Barcellona ha sicuramente un grandissimo attacco, ma noi difendiamo molto bene, anche se solo quello non basta, vogliamo anche creare problemi alla loro difesa. La cosa più importante è evitare di essere passivi, di lasciare al Barcellona l'iniziativa, perchè loro sono abituati a giocare in questo modo. Dobbiamo stare attenti, altrimenti non finirà bene"

Come descriverebbe il loro tridente offensivo?

"Messi semplicemente non si può definire, è di un altro pianeta. Basta pensare al fatto che abbia già vinto 4 palloni d'oro. Neymar è pronto per seguire le sue orme.  Ha già fatto una cinquantina di gol in nazionale e considerato che ha solo 23 anni si può dire che in Brasile è già uno dei migliori di sempre. Suarez si è integrato alla perfezione con loro. Ha cattiveria, è aggressivo e in fase realizzativa non perdona. Mi piace molto"

Che ricordi ha della finale del 2003 e cosa le dice invece questa finale?

"Prima mi dava molto fastidio parlare del 2003. Quella gara avrebbe dovuto segnare l'apice della mia carriera. Riguardo questa finale invece sono molto felice per l'occasione che avremo. E' la degna conclusione di una stagione fin qui meravigliosa. Mi auguro che non dovremo aspettare altri 12 anni prima di rivivere una finale di Champions".

Cosa cambia tra il vivere una finale da giocatore e viverla da dirigente?

"Sinceramente le emozioni adesso sono forse un po' più intense. Quando ero un calciatore le emozioni erano principalmente sul campo e le ho sperimentate insieme ai miei compagni di squadra. Ora invece sento responsabilità verso l'intero club, quindi è diverso. Vincere la Champions sarebbe molto significativo per me. Sinceramente non pensavamo di arrivare fino qui, ma sicuramente ce lo siamo meritati. I ragazzi lo hanno voluto sin dall'inizio della stagione".

Spera che si possa aprire un lungo ciclo in Europa?

"Nel 2005 e 2006 avevamo una grande squadra, ma onestamente i risultati in Europa non furono all'altezza delle nostre possibilità. Poi c'è stata Calciopoli, e risalire è stato difficilissimo. Il mio obiettivo era riportare la squadra allo stesso livello delle migliori d'Europa, ed è lo stesso obiettivo che si sono posti anche i giocatori. Nei prossimi anni credo che potremo dire sempre la nostra in Europa".

Come si è verificata quest'evoluzione europea della Juventus nel corso dell'ultimo anno?

"Prima di tutto la Juventus ha cambiato molto durante gli ultimi cinque anni. Intanto siamo tornati a dominare in Italia. In Europa però non è così semplice. In questa stagione siamo andati avanti in Champions League, ma siamo consapevoli che ci sono ancora tre o quattro squadre più forti di noi. Abbiamo ancora molto lavoro da fare"

Il Barcellona è favorito?

"Sono una persona superstiziosa, quindi dico che il Barcellona è senza dubbio favorito. Però avere i favori del pronostico dà spesso pressione, e penso che questo può essere un piccolo vantaggio per noi. E' una partita secca e conterà molto anche la condizione fisica"

Aver battuto il Real Madrid porta ulteriore fiducia?

"Senza dubbio. E' un risultato che ci ha dato grande determinazione. Vogliamo mostrare un buon calcio, non abbiamo intenzione di essere delle vittime sacrificali".

Provi invidia per Buffon, unico reduce della finale di Manchester del 2003?

"Assolutamente no, anzi sono molto contento per Gigi. Nonostante l'età sta dimostrando di essere rimasto ai vertici mondiali. Gli manca solo la Champions nel suo palmares, e penso se la meriti. A Madrid gli ho detto che lui è il primo che meriterebe questo traguardo".