Un rinnovo per la vita, per il cuore e per la passione. Claudio Marchisio e la Juventus resteranno insieme fino al 2020, come annunciato in giornata e confermato nella conferenza stampa che il centrocampista bianconero e il presidente Andrea Agnelli hanno tenuto allo Juventus Stadium. Tante parole e tanti temi che si sono intrecciati al rinnovo di contratto del numero 8, maglia del futuro di Marchisio, che sarà ancora a tinte bianconere a differenza di Andrea Pirlo. Agnelli ha voluto ringraziare innanzitutto il regista passato ufficialmente al New York City FC: "Abbiamo letto le prime parole su Facebook (che potete leggere qui, ndr), parole di un ringraziamento sincero, di Andrea Pirlo. Da parte mia è ricambiato l'enorme affetto, sono stati quattro anni indimenticabili e sa che da noi sarà sempre a casa".

Non è però l'unica novità che annuncia il presidente: "Poco fa in ufficio Allegri ha rinnovato per un anno in più (fino al 2017, ndr). Abbiamo ricordato il suo cammino, come si è inserito e come ha plasmato la squadra, il salto di qualità prima di tutto, avendola portata dove deve essere".

Lo spazio però poi è interamente dedicato al protagonista di giornata: "Giornata importante per me e per Claudio: lui è il sogno di ogni bambino, entra nella società a 7 anni e arriva fino in prima squadra, indossando anche la fascia del capitano. Ha già superato le 300 presenze, è già nell'Olimpo dei nostri grandissimi. Oggi è veramente il punto di contatto tra la Juve di ieri, di oggi e di domani, lo era già prima della giornata di oggi, con un rinnovo per i prossimi anni è a tutti gli effetti un senatore. Un onore ma anche una grande responsabilità. C'è stato un lavoro estremamente importante di Marotta e Paratici per ringiovanire la squadra, hanno costruito la Juventus con un'ottica di medio-lungo periodo con giovani di qualità. In questo contesto di punto di contatto il ruolo di Claudio sarà determinante, quattro anni fa ci siamo trovati nel mio ufficio e mi disse con molta franchezza che non voleva essere uno dei pochi ad aver vestito la maglia della Juventus e non aver vinto niente, e io con la stessa franchezza gli dissi che non volevo essere l'unico presidente di cognome Agnelli a non aver vinto niente. Oggi però ripartiamo da zero, siamo tutti alla pari, e se vogliamo costruire una nuova stagione di vittorie sappiamo che il lavoro sul campo come fuori dal campo sarà tanto e duro. Claudio è partito all'età di 7 anni alla Juventus, è Juventus, nessuno come lui sa cosa è il successo".

Qualche parentesi tra le varie domande si è aperta, specialmente una su un addio estivo forse un po' prematuro: "Tevez? Oggi è un giocatore della Juventus... Abbiamo parlato con lui a Gennaio, ha manifestato la sua volontà di poter tornare in Argentina, voleva terminare la sua carriera al Boca. Il presidente Angelici è venuto a trovarmi spesso. Con Carlos il rapporto è stato trasparente e gli dobbiamo molto". Un'altra riguardo a un possibile addio, che per ora appare piuttosto lontano: "Una conferenza come questa per Pogba? Ne deve passare di acqua sotto i ponti... Nel calcio di assoluto non esiste niente, i giocatori sono incedibili il primo settembre". E l'ultima su un tema sempre molto caldo in casa Juventus e riportato in voga da Taveccio negli ultimi giorni: "Calciopoli? Finchè non saranno depositate le motivazioni del terzo grado di giudizio è difficile fare conclusioni. Noi siamo disponibili, ma non flessibili".

La scena però è tutta per Claudio Marchisio, che ha epresso grande gioia e soddisfazione immediata, lui che è una bandiera di questo club, da 22 anni fa parte della società bianconera: "Un giorno bellissimo, pieno di emozioni, come nel '93 quando mi presentai al primo allenamento. Ho sempre voluto questa maglia e sono felice di poterla indossare, ho voglia di ricominciare e vincere ancora. Arriviamo da quattro anni consecutivi di vittorie mai semplici, adesso abbiamo l'esperienza giusta per poterlo insegnare anche ai nuovi arrivi. Pensare di andare via? Ho un carattere che mi porta a cercare di migliorarmi, è stata la mia forza. Ho passato momenti stupendi e meno belli, l'importante è trovare dentro se stessi la forza per dare sempre di più. Uscire da un grande settore giovanile non è facile, ho sofferto per l'anno in Serie B ma mi ha aiutato. Tutti gli allenatore mi han fatto crescere, mi han fatto arrivare pronto, anche chi mi ha allenato in questi anni mi ha aiutato. Il fatto di avere la Juve nel cuore mi ha dato ulteriore energia per dare tutto. Un grazie particolare? A tutti quanti, non ce ne può essere uno in particolare. Sono in una grande famiglia".

Un Marchisio leader in campo e fuori, da senatore quale è diventato, che deve portare carisma e voglia di vincere: "Non dovremo dire molto a livello di parole, basta vivere il nostro spogliatoio: siamo un gruppo forte, è facile ambientarsi, i nuovi arrivati entrano in un contesto già preparato". E di nuovi arrivati ce ne sono diversi, come anche di addii: "Essere erede di Pirlo non si può, sono completamente diverso. Lui ha dato tantissimo alla Juventus, ci ha fatto crescere e guardarlo ogni giorno mi ha aiutato a imparare a giocare davanti alla difesa. Carlos mancherà, ma sono arrivati Khedira e Mandzukic, giocatori di spessore e che hanno vinto la Champions".

La nuova Juve si prepara a cominciare la stagione, ripartendo da zero dopo aver chiuso una stagione straordinaria: "Rispetto all'anno scorso abbiamo la consapevolezza di giocarcela con tutti, bisogna continuare, non fermarci, dev'essere la normalità fare strada in Europa. In Italia è lo stesso, quando si parte da zero è sempre difficile. Non si può dire se il campionato sarà a senso unico, il cammino è lungo e possono succedere tante cose. Le milanesi stan lavorando molto ed è ancora presto. L'importante è iniziare un altro anno con la stessa fame. Non si smette mai di migliorarsi, bisogna dare sempre di più giorno dopo giorno, è stata una stagione importante per tutta la squadra". Un pensiero particolare va ovviamente alla Champions League, solo sfiorata nell'ultimo anno: "Sarà una Champions difficilissima, abbiamo raggiunto un grande obiettivo come la finale. Nel girone abbiamo avuto difficoltà, poi la squadra ha fatto una crescita importante arrivando a un consolidamento internazionale che dovrà proseguire. Ogni anno, a parte il Barcellona, tutti quanti hanno fatto fatica ad arrivare alla vittoria".

Infine, viene risolto anche il dilemma del numero. Con la 10 che sarà lasciata libera, tanti tifosi invocano che sia proprio Marchisio a ereditarla, ma lui si esprime così: "Sono legato molto al numero 8, per il numero 10 sono legato molto ai valori come una volta, è giusto che lo indossi un fuoriclasse che faccia divertire il pubblico e ci porti trante emozioni". E anche Agnelli dice la sua: "I numeri sulla schiena lasciano il tempo che trovano, nella storia recente dovendo essere assegnata bisogna che trovi un giocatore con quelle caratteristiche. Se non dovesse essere assegnata non ne faremo una tragedia".

In attesa dunque di cominciare la stagione e di vedere quanta strada farà, la Juventus riparte da una grande, grandissima certezza: Claudio Marchisio.