Conviene subito porre in chiaro una questione, sono interista da sempre. Un giornalista, o presunto tale, non dovrebbe manifestare alcuna fede, in Italia, nel paese dei giudizi di parte, non si può separare il tifo dal giudizio imparziale di una partita o di un episodio. Dichiarare apertamente una simpatia è una sorta di boomerang, equivale ad attrarre un covo di api pronto a pungerti alla prima occasione. La premessa, fin qui oscura, per raccontare, da nerazzurro, o da semi-giornalista, quel che è stato Andrea Pirlo

Mentre Andrea sbarca a New York - acclamato, osannato - e scopre, passo dopo passo, la grandezza dell'America, l'entusiasmo che circonda un campionato sempre più ricco, l'Italia si risveglia povera. Non servono i numeri e non voglio parlare di numeri, per quelli basta un click e pagine e pagine sono pronte e aggiornate per portarvi alla scoperta del Pirlo matematico: passaggi, assist, gol, vittorie. 

Pirlo è oltre i numeri, Pirlo è magia, orgoglio, bellezza. Pirlo è poter dire "è italiano, lo abbiamo noi". Pirlo è il passaggio a Grosso, prima dell'urlo più celebre dell'ultimo decennio. Pirlo è una sensazione, di grazia, di tranquillità. Non ho mai visto uno scatto di Pirlo e lo dico nel senso più positivo del termine. Andatura ciondolante, sguardo perso, il controllo assoluto della situazione. Da trequartista a regista, se racchiudere in un ruolo un giocatore alla Pirlo può avere un senso. 

Grande nel Milan, grandissimo nella Juve, faro in azzurro. Pirlo era una perla dello stivale, anche nei momenti più difficili sapevi di avere un appiglio, nella descensio del calcio italiano c'era un grimaldello a cui fissare residue certezze. P-I-R-L-O, scandito a gran voce, per intimidire i rivali, per arringare la folla. 

Andrea parla poco, lo fa con tono pacato, davanti alle telecamere abbozza raramente un sorriso. Fuori e dentro al campo, una quiete contagiosa. Un visionario, un artista con tempi propri. Pirlo vede e esegue, agli altri il compito di capire e realizzare. Un pittore che anticipa e riempie il quadro, un artista del futuro calato nel presente. 

Avevamo Pirlo ed eravamo sicuri, perché attaccati avremmo risposto "Lui gioca con noi", ora siamo più poveri, anche noi interisti, o semi-giornalisti.