Solo cinque giorni di lavoro, tanti volti nuovi e meccanismi ancora da oleare. Sono questi i temi principali della prima uscita stagionale della Juventus contro il Borussia Dortmund. Questioni estendibili al pre-campionato di tutte le squadre e che diventano ancora più calzanti per una realtà che ha cambiato molto, specie a centrocampo ed in attacco. Ed è proprio in questi due reparti che la Juve ha fatto capire che ci sarà ancora da lavorare per riaccordare l'orchestra perfetta del triplete sfiorato.

La premessa, però, è doverosa: la squadra bianconera ha iniziato la preparazione solamente lunedì scorso e questo si è visto nei ritmi di gioco e si è sentito nelle gambe dei giocatori. Un ritardo di condizione reso ancora più lampante da un avversario, il Borussia, alla sesta uscita stagionale e pronto ad affrontare i preliminari di Europa League. Ecco allora che Marco Reus, Kampl e Mkhitaryan hanno navigato indisturbati tra le linee e dialogato a suon di triangolazioni. Uno dei problemi maggiori della compagine bianconera è stata proprio l'incapacità di fare filtro davanti alla difesa, con un Pogba in versione sbarazzina, il giovane Tello troppo acerbo per calcare questi palcoscenici ed un Marchisio nettamente appesantito. La folta schiera di mezze punte tedesche ha avuto, allora, vita facile dando sfoggio di tutte le loro qualità tecniche. Marco Reus, per fare un esempio, è sembrato tutto un altro calciatore rispetto a quello ingabbiato della doppia sfida di Champions League (vedere il tunnel a Bonucci per credere).

C'è però un altro aspetto che non è andato giù a Massimiliano Allegri: «Abbiamo chiuso l'anno con un gol preso in contropiede e lo abbiamo aperto allo stesso modo» ha dichiarato il tecnico bianconero.

Sia la prima che la seconda rete del Borussia sono arrivate in situazione di transizione dopo aver perso il pallone nella meta campo giallonera. Un aspetto su cui Allegri sta lavorando molto e che intende perfezionare per la prossima stagione. La maggior parte dei gol subiti dalla Juve lo scorso anno sono arrivati a causa di un passaggio errato nella fase di possesso e di errori nei rientri difensivi. Per questo motivo Allegri insiste nella necessità di migliorare tecnicamente, a partire dal giro palla in uscita per finire nella capacità di dialogare negli ultimi trenta metri. Qualora la squadra bianconera riuscisse a fare questo ulterirore salto di qualità potrebbe ambire a traguardi più prestigiosi in sede europea.

L'attesa più grande tra i tifosi juventini era però per l'esordio del nuovo trio d'attacco composto da Dybala, Morata e Mandzukic. La sensazione è che, qualora dovesse arrivare un trequartista, raramente vedremo la soluzione "pesante" lì divanti. Ad ogni modo qualche indicazione positiva è arrivata e riguarda soprattutto la posizione di Alvaro Morata. Già nella passata stagione lo spagnolo ha dimostrato di poter bene interpretare il ruolo di esterno offensivo.

La semifinale di Coppa Italia contro la Fiorentina è forse la migliore esemplificazione della duttilità tecnica e tattica del numero 9 della Roja. Anche ieri ha dimostrato di avere il passo e l'attitudine per fare bene in questo ruolo, saltando l'uomo in alcune circostanze ed offrendo trame interessanti in situazioni di transizione. Le nuove Juve post-ottavi di Champions contro il Borussia ha cambiato letteralmente pelle, dando maggiore importanza alle ripartenze. Un aspetto quasi sconosciuto nella versione "contiana" e che potrebbe essere accentuato quest'anno, soprattutto quando Allegri schiererà la coppia Morata-Dybala con Pereyra o magari Draxler alle loro spalle.
Si tratta di calciatori in grado di massimizzare al meglio i contropiede, attaccando gli spazi alle spalle della difesa ed offrendo una variante tattica potenzialmente letale.

Ci sarà, invece, da lavorare per inserire Mario Mandzukic all'interno degli schemi bianconeri. Il croato ha dimostrato di poter essere un pericolo costante sui calci da fermo, dove sfrutta le sue straordinarie abilità acrobatiche ed un colpo di testa tra i migliori al mondo. L'intesa con i compagni di reparto, invece, dovrà essere ricercata e trovata con il passare degli allenamenti e delle partite; certamente Mandzukic è un attaccante di razza dal maggior peso specifico di Llorente e dalla superiore caratura internazionale, tutte caratteristiche che torneranno utili nel corso dell'anno. I meccanismi, però, andranno oleati perchè ieri è sembrato ancora estraneo alle trame offensive bianconere, oltre ad essere poco servito attraverso le palle alte, una situazione di gioco che esalta le sue qualità.

Ha faticato, infine, a trovare la posizione corretta Paulo Dybala, ma in fondo c'era da aspettarselo. La versione trequartista della Joya va annoverata nella categoria "esperimenti". Per essere implementata in maniera costante sarà necessario un maggiore equilibrio tra i reparti, impossibile da avere in questo momento con un centrocampo in parte da ricostruire, viste le partenze di Pirlo e Vidal. L'attaccante argentino, però, ha mostrato una discreta intesa tecnica con Morata e si è già impossessato dei calci di punzione, dove raccoglierà l'eredità pesante di un certo Andrea Pirlo. Il suo futuro è nel duo davanti, ma chissà che il tempo non possa svelarci un'altra faccia di Paulo Dybala, del resto i dieci assist della passata stagione parlano per lui.

In generale si può parlare di un test abbastanza irrilevante per l'evidente ritardo nella condizione fisica, ma che ha mostrato, ad esempio, un Buffon ed un Neto già in forma campionato ed una squadra che può sviluppare delle trame offensive inedite, meno legate al carisma tecnico e caratteriale di alcuni leader del passato.