Una vita da bianconero vincendo tutto quello che c'era da vincere, mettendo la ciliegina sulla torta a Berlino il 9 luglio 2006, alla guida della Nazionale Italiana. Marcello Lippi è di casa alla Juventus, la squadra della sua carriera potremmo dire. Oggi ha parlato dell'attuale squadra di Allegri, dei cambiamenti e degli addii, ma con una chiara idea in testa: la favorita è ancora a Torino. "Chi vince da quattro anni consecutivi resta il favorito - ha detto Lippi - anche perché è il club che si è mosso con le idee più chiare: non era ancora finita una stagione esaltante e vincente, che già aveva messo a segno due o tre colpi. Ed era la squadra che ne aveva meno bisogno. Ovvio che la Juve debba ancora completarsi, mancano due settimane alla fine del mercato: da quel che leggo, stanno cercando giocatori con determinate caratteristiche. Certo, l’infortunio di Khedira ha complicato i piani di partenza, ma continua a essere la squadra da battere. Essere diversi non vuol dire essere meno forti. Significa che la società ha avuto il coraggio e la lungimiranza di programmare".

Un nuovo corso alla Juve, come già ai tempi di Lippi accadeva: "Si vinceva e ogni anno si cambiavano almeno due-tre giocatori importanti, sostituendoli spesso con dei giovani. I cambi sono importanti, ma fondamentale è mantenere lo zoccolo duro: è quello che ti permette di continuare a vincere, che segna un’epoca, che trasmette la mentalità e lo spirito, che fa vedere ai nuovi che cosa significa giocare nella Juve".

Le assenze potrebbero avere un peso specifico molto alto, ma Lippi vede nella Juve un leader a centrocampo: "Difficile dire chi mancherà di più, è certo però che la Juve avrà una nuova fisionomia di gioco. E’ complesso sostituire l'effervescenza, la grinta e la capacità di far gol di Vidal, ma Pogba ha tutte le credenziali per colmare questa lacuna. Le qualità di Tevez, che spesso andava in gol partendo da lontano, saranno colmate da un differente atteggiamento: adesso occorrerà servire Mandzukic con cross dall'esterno, vera e propria benzina per lui. Infine, sarà dura cambiare l'abitudine di tutti i difensori che avevano in Andrea un punto di riferimento e una valvola di sfogo, visto la saggezza con cui teneva palla, però Marchisio è un fuoriclasse. La società ha puntato su di lui come scostruttore di gioco. E lo sa fare bene, ma ne fa bene tante altre di cose. Ritengo che sia uno fra i più completi centrocampisti in Europa".

In chiusura, parole anche per Paulo Dybala, investimento da 40 milioni dei bianconeri: "Non sono io a dover dare una quotazione. Di lui posso parlare a livello tecnico ed è un giocatore di qualità, un attaccante nato che unisce genialità e intuizione. Quando avrà acquisito un po' di forza fisica, sarà perfetto. Non è detto che la valutazione possa essere un peso: un giocatore può anche esaltarsi dalla considerazione che è riuscito a sollevare".

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Giorgio Dusi
Vivo a Bergamo, scrivo di calcio, in particolare di Juventus e Arsenal, e di basket tra NBA ed Eurolega. Giornalista. Laureando. Forse. [email protected]