"Mi presento per fare un consuntivo della campagna trasferimenti e rispondere alle curiosità ed alle riflessioni, questo è il giorno più indicato". Giuseppe Marotta è stato uno dei protagonisti più attivi delle ultime ore di mercato. Tra ansie e frenesie degli ultimi attimi di trattative, tra le pressioni di una piazza che fino all'ultimo secondo ha sperato di poter ammirare uno dei talenti più cristallini della vetrina europea, e con la speranza di regalare ad Allegri una rosa quanto più competitiva possibile, il lavoro dell'ex direttore sportivo della Sampdoria è terminato. Spazio adesso ai giudizi, da quelli impietosi della critica a quelli più soddisfatti di una parte di tifoseria. Insomma, il mercato come al solito, unisce, ma soprattutto divide. 

Proprio per questo motivo l'amministratore delegato bianconero è intervenuto in conferenza stampa per rispondere alle domande dei cronisti riguardanti la sessione di mercato appena conclusasi: "Soddisfatti? Ringrazio i miei collaboratori come Fabio, siamo contenti, abbiamo centrato gli obiettivi, costruito un gruppo vincente considerando che fare meglio della stagione passata è difficile dovremmo vincere la Champions oltre agli altri trofei, per il resto avete assistito a partenze non dettate dalla nostra volonta dell'anno scorso e delle precedenti stagioni giocatori non facilmente sostituibili, caratteristiche con carisma personalità come Pirlo un leader silenzioso che con lo sguardo poteva incutere timore e sostituire gente come loro non era facile sappiamo che le società rimangono i successi, ma i dirigenti gli allenatori passano, abbiamo allestito una squadra con profili interessanti mixando giovani e meno giovani, credo che una squadra estremamente giovane non possa vincerere in qualsiasi categoria. C'è amarezza per le due sconfitte consecutive, c'è amarezza, anche una visione scettica, pessimistica di ciò che è stato fatto, quindi il condizionamento incide non alimentiamo la cultura dell'alibi, ma è evidente che partire così è un discorso ad hendicap, quest'anno è inciso con una metamorfosi, quest'anno quello con più giocatori in entrata ed uscita, avevamo bisogno di più tempo di rodaggio, ma siamo la Juventus, dobbiamo vincere".

La trattativa più importante dell'estate bianconera è stata senza alcun dubbio quella legata all'acquisto, definitivamente sfumato negli ultimi giorni, di Julian Draxler. Questo il racconto di Marotta: Su Draxler, il calcio è ricco di dinamiche mediatiche, voi avete alcune mediatiche, ci sono alcune sotto traccia, una detta da De Laurentiis con cui ci siamo sentiti più di dieci volte, per un mese per Hamsik. Su Draxler ho fatto uscite ufficiali a Villar Perosa il 19 agosto, difficoltà oggettive per confrontarci con lo Schalke, una società molto misteriosa dove non si sapeva con chi dialogare, difficoltà con cui interagire, abbiamo fatto operazioni con il Bayern, con il Manchester City, tantissime altre società, questo ha condizionato altre operazioni, sapevamo di non arrivare alla conclusione anche perchè la richiesta era sproporzionata e una mancanza del giocatore ci ha condizionato, il destino è nella testa dei giocatori, se il giocatore ha perplessità il trasferimento è difficile da definire, sono rimasto deluso perchè non ho trovato interlocutori. Draxler è molto giovane, ma noi vogliamo vincere anche quest'anno, l'allenatore deve riformare la squadra, passando dalla squadra, servono le motivazioni ed è questo su cui bisogna lavorare, non sono preoccupato sui giocatori, ma forse è la prima volta che la Juventus ha una rosa così disponibilità, dobbiamo lavorare sulla fase di motivazioni".

Infine, le ultime battute di Marotta riguardano la possibilità di una Juventus vincente già da subito nonostante i tantissimi avvicendamenti: "Noi abbiamo costruito un gruppo guardando alla progettualità, dobbiamo investire con il patrimonio tecnico che abbiamo, ci sono dei giovani, penso che faranno molto molto bene nei prossimi anni, giocatori come Dybala, Morata, Pereyra, stanno crescendo a vista d'occhio, sono giovani interessanti ma giovani, l'esperienza la acquisisci sul campo, abbiamo l'obbligo di vincere, abbiamo l'obbligo di vincere, quando si parla di anno di transizione lo rimando al mittente, dobbiamo continuare a vincere come abbiamo fatto, sarà un'impresa straordinaria, la vittoria è simbolo di logorio, anche dopo partenze eccellenti, abbiamo un gruppo forte, inculcare la mentalità vincente".