Serata di trionfo ieri sera allo Juventus Stadium. La Juventus batte 2-0 il Siviglia e balza solitaria in testa al girone D. Nella serata di ieri contava ovviamente il risultato, ma non solo. Era infatti fondamentale mostrare alcune peculiarità fino a questo momento carenti in campionato: compattezza, concentrazione, grinta e un vero gioco collettivo. Tutti elementi che abbiamo visto nella partita di ieri. Allegri si è affidato al modulo già sperimentato contro il City. Uno schieramento che fino a questo momento sembra essere il più congeniale, ovvero un 4-3-3 che in fase di non possesso si trasforma in un 4-4-2, con Cuadrado che scala sulla linea dei centrocampisti. 

La partita è stata interpretata benissimo fin dal primo minuto: una Juventus aggressiva, rapida nel giro palla, ma allo stesso tempo intelligente, capace di attaccare con pazienza evitando di buttare palloni al vento e mantenendo in questo modo il controllo della partita per quasi la totalità dei novanta minuti. Ancora una volta ottima la prestazione di Cuadrado, che inizia a migliorare anche nell'intesa con i compagni, oltre che farsi apprezzare per le sue classiche giocate in solitaria. Dybala, nonostante non abbia trovato il gol, ha dimostrato di avere delle doti tecniche importantissime e di saper giocare per la squadra, mentre Morata ancora una volta ha assunto il ruolo di bomber europeo, mostrando una continuità di realizzazione davvero impressionante nelle partite di Champions. Gioia anche per Simone Zaza, che trova il suo primo gol nella massima competizione europea, anche se condito da una semi-esultanza dai toni leggermente polemici. Da questo punto di vista, l'attaccante della nazionale farebbe bene a stare tranquillo e concentrato: come si è visto, le occasioni per scendere in campo non sono mancate, e nell'arco dell'intera stagione avrà sicuramente tante altre occasioni per poter dimostrare il suo valore. Un atteggiamento polemico non giova né a lui, né al gruppo.

Un'analisi un po' più approfondita va fatta per il centrocampo bianconero. Se Pogba non ha giocato una delle sue migliori partite, il recupero di Khedira è stato a dir poco fondamentale. Il tedesco ha giocato una partita superlativa: pulito in fase di impostazione, pericoloso negli inserimenti e guerriero in fase di non possesso. Insomma, un giocatore totale. E quando il centrocampo trova un giocatore di questo genere diventa tutto più facile, anche per Pogba e soprattutto per Hernanes, che ieri ha giocato una partita pulita e senza sbavature.

Lode infine anche a Barzagli che, impiegato nel ruolo di terzino destro, ha interpretato benissimo la partita, coprendo alla grande e lasciando così a Cuadrado più libertà in fase offensiva.

Resta solo da capire per quale motivo la Juventus fino a questo momento non sia stata in grado di mostrare un gioco di pari livello e una mentalità di questo genere anche nelle partite di campionato. Ci troviamo davanti ad una Juve che ha praticamente invertito quelle che erano le sue caratteristiche tipiche: implacabile in campionato, timida in Europa. Il merito di questa crescita esponenziale a livello europeo va dato sicuramente ad Allegri, che da questo punto di vista ha svolto un lavoro psicologico e tattico notevole già dall'anno scorso. Il tecnico toscano è riuscito a dare serenità alla squadra anche durante gli impegni europei ed ha anche imposto la sua mentalità, basata sull'idea che in Europa bisogna affrontare le partite in un'altra maniera: giocando molto bene tecnicamente e imparando a gestire le varie situazioni di gioco, senza affrontare la partita con frenesia andando a cento all'ora per tutti i novanta minuti.

Meriti dunque importanti che vanno dati ad Allegri, ma una riflessione va comunque fatta: al di là di quella che è sempre stata la mentalità del Milan nelle partite di Champions, i rossoneri, durante gli anni di Massimiliano Allegri, avevano dimostrato delle difficoltà simili a quelle che sta attraversando la Juventus in questo momento, limiti tecnici e caratteriali che si esprimevano anche in quel caso in campionato e che impedivano al Milan di essere competitivo e di lottare per il titolo. 

Ecco, non vorrei che i problemi che in questo momento sta trovando la Juve nel suo percorso in campionato dipendano, oltre ovviamente alle varie assenze e ad una squadra ancora da assemblare nel migliore dei modi, anche da alcune mancanze del mister. Questa è una riflessione che avevo già fatto a seguito della sfida contro il Napoli, dove avevo detto, proprio basandomi su questa similitudine con gli anni di Allegri al Milan, che mi sarei aspettato una grande prestazione dei bianconeri contro il Siviglia, prestazione puntualmente arrivata. Ovviamente ci si augura che la mia sia solo un'impressione, ma il tecnico toscano farebbe bene ad analizzare anche il suo passato sulla panchina del Milan per, eventualmente, riscontrare le cause di certe analogie, correggere gli errori, e rilanciare così la Juve verso la rincorsa alla testa della classifica.