Gli addii sono sempre dolorosi, per chi se ne va, ma molto spesso per chi rimane. E il caso della Juventus rispecchia a pieno questa “legge” spietata. Pirlo, Vidal e Tevez, 3 pezzi da novanta, insostituibili, soprattutto il Maestro. L’eredità del bresciano, per ora, non ha trovato ereditieri degni, (non ce ne vogliano Marchisio and co. ma di Pirlo ne nasce uno ogni 100 anni), mentre quella dell’Apache potrebbe essere raccolta dagli attaccanti che ora Allegri si trova in rosa. Andiamo a scoprire più da vicino gli attaccanti bianconeri e le soluzioni che possono offrire al tecnico livornese.

Partiamo da Paulo Dybala, punta di diamante del mercato estivo bianconero (pagato 30 mln), attaccante che là davanti può ricoprire più ruoli e dotato di un talento paragonabile a pochi altri. Senza dubbio l’argentino, a 22 anni, sembra uno dei giovani più promettenti del panorama europeo. Viene da due stagioni esaltanti al Palermo, con il quale ha messo a segno 18 gol, 15 solo la passata stagione. Il ragazzo sta dimostrando a forza di gol di meritare i soldi spesi, infatti nelle prime 8 giornate di campionato è andato in gol 3 volte, più uno all’esordio in Supercoppa contro la Lazio. C’è da dire che comunque Allegri lo sta centellinando, un po’ come fece con Morata la scorsa stagione per paura di bruciarlo, ma l’argentino ogni volta che è stato chiamato in causa ha risposto sempre presente e con buone prestazioni. La giovane età è senza dubbio dalla sua parte ma può giocargli brutti scherzi, infatti a volte durante i momenti delicati delle partite rischia troppo il dribbling e non riesce ad avere quella tranquillità e lucidità che gli permette di fare le giocate giuste. A parte questo, il ragazzo ha enormi margini di miglioramento e starà a lui e ad Allegri arrivare al livello di Tevez, che in campo era leader e vero trascinatore. Dybala, per ovvi motivi, non ha ancora quella “garra” che caratterizzava l’Apache, ma di sicuro a Vinovo ci stanno lavorando su, dategli tempo, dopo tutto ha solo 22 anni...

Procediamo con Alvaro Morata, spagnolo di Madrid, classe ’92, proveniente dalla “cantera” del Real, 46 presenze e 15 gol la scorsa stagione. Tra gli attaccanti bianconeri, l’iberico, è quello che deve confermare più aspettative: da lui infatti, sia la dirigenza che i tifosi, si aspettano il grande passo in avanti, la consacrazione come vero e proprio top player, ma soprattutto come colui che dopo l’addio di Tevez possa prendersi l’attacco sulle sue spalle. Attaccante completo, dotato di un buon senso del gol ma anche di un grande spirito di sacrificio, queste le caratteristiche di Morata, che si sposano a meraviglia col progetto tecnico – tattico di Allegri. Lo spagnolo infatti può essere utilizzato sia come punta centrale che come esterno nel 4-3-3, soluzione che ultimamente ha portato ottimi risultati in casa Juve. Il ragazzo però ne ha di strada da fare, infatti sembra ancora peccare di sufficienza nelle occasioni importanti e non ha ancora acquisito quella continuità che gli permetterebbe di consacrarsi come uno dei migliori attaccanti in serie A. Sicuramente guardando i suoi numeri si può dire che la strada sia quella giusta, ma il ragazzo deve continuare a lavorare sodo e a migliorarsi, ma soprattutto a volare basso, solo così potrà aiutare la causa bianconera.

Era considerato e lo è ancora, il vero rapace d’area di questa Juventus, Mario Manduzkic, croato di 29 anni è arrivato a Torino in estate cercando di confermare quanto di buono dimostrato con le maglie di Bayern Monaco e Atletico Madrid. Si può dire che ci sta riuscendo solo in parte a causa dell’infortunio che lo sta tenendo fermo da un paio di settimane. Il bottino del bomber croato parla di 2 gol, ma che gol, pesanti come macigni. Uno in supercoppa contro la Lazio e uno all’ Ethiad contro il City. Quando la partita è da dentro o fuori, Mario risponde sempre presente. Ma oltre ai gol il croato ha una dote fondamentale: la grinta. Dà sempre il 200% di sé, corre, prende botte, le dà, gioca con la squadra e alla fine di ogni partita riesce a farsi apprezzare dai tifosi bianconeri. Il croato dall’altra parte però è sembrato essere troppo macchinoso e lento al momento opportuno, ossia sotto porta, sprecando troppe occasioni che da lui nessuno si sarebbe aspettato. Il suo processo di ambientamento al calcio italiano passa anche da questo ma prima deve trovare la condizione fisica ottimale, poi Allegri avrà a disposizione un attacco monstre.

Simone Zaza, 24 anni, nato a Policoro potrebbe essere considerato da tutti la ruota di scorta ma, vedendo le ultime prestazioni, i più dovrebbero ricredersi. Gol al Frosinone (nella prima partita da titolare) e gol al Siviglia (alla prima presenza in Champions League) inframezzati da buoni spezzoni di partite. Zaza è un giocatore che si sposa perfettamente con il progetto di Allegri; mancino, dotato di un buon tiro e anche capace di attaccare la profondità. Insomma, là davanti, può giocare sia largo sia centrale in un tridente, che in coppia con un altro attaccante. Certo anche lui ha comunque bisogno di tempo perché il passo dal Sassuolo alla Juventus non è breve, ma si vede che sia lui che Allegri ce la stanno mettendo tutta. Zaza dovrebbe migliorare nel dialogo con la squadra, nell’aiuto alla manovra ma soprattutto dovrebbe imparare a non strafare, cercando giocate semplice che aiutino il collettivo. Vista i tanti impegni che attendono la “Vecchia Signora”, Zaza avrà le sue chances, l’importante sarà saperle coglierle.

Ad oggi il modulo che sembra più conforme e adatto a questa Juventus sembra essere il 4-3-3, modulo che infatti Allegri sta usando con continuità. Analizzate le caratteristiche e i punti deboli di ogni attaccante, si arriva alla conclusione che il miglior tridente in assoluto sia quello formato da Morata – Mandzukic – Dybala. Questi tre giocatori infatti mettono insieme estro, qualità e fantasia ma allo stesso tempo anche tanta propensione al sacrificio che in un modulo come questo è fondamentale. Infatti, sia Morata che Dybala dovranno essere bravi e disponibili ad una fase difensiva costante qual ora ce ne sia bisogno, altrimenti si rischia di lasciare centrocampo e difesa troppo scoperti. L’altro modulo che Allegri utilizza, cioè il 3-5-2, è invece perfetto per la coppia Morata – Manduzukic, con il primo più libero da schemi tattici e il secondo più portato a presenziare l’area di rigore in attesa di imbeccate soprattutto dalle fasce. Insomma, gli attaccanti Juventini sono carichi e pronti a darsi battaglia per un posto da titolare, ognuno vorrà mettere in difficoltà Allegri. Ma si sa, meglio avere l’imbarazzo della scelta, che non averlo per niente.