L'abbiamo definita "una Joya nella noia" la vittoria della Juventus di sabato sera contro il Milan. Tre punti conquistati grazie a una caparbietà che forse non si era ancora vista, non grazie a un bel gioco, ma con una buona tenuta difensiva e solidità, aspetti che rappresentano un netto passo avanti rispetto a quanto mostrato nelle ultime uscite. Cosa più importante è però la statistica: terza vittoria consecutiva dopo quelle contro il Torino nel derby e l'Empoli in trasferta, e un rendimento casalingo ritrovato dopo l'avvio stentatissimo con la sconfitta interna con l'Udinese e il pareggio col Frosinone.

La Juve si sta finalmente trovando, non ritrovando, sta riscoprendosi diversa rispetto all'anno passato, con nuovi protagonisti deputati a prendere il posto di chi è andato via o di chi ha un anno in più sulla carta d'identità. E i frutti del lavoro di Allegri cominciano a vedersi, nonostante dal punto di vista del gioco ci siano stati troppi alti e bassi sabato sera.

Ma partiamo dalle note positive, che sono diverse. La prima in assoluto è ovviamente Paulo Dybala, che ormai è una certezza, ha spazzato via i dubbi estivi sui 40 milioni spesi e sul suo essere pronto a suon di gol e prestazioni di altissima qualità, diventando probabilmente il leader tecnico della squadra, quello che era stato Tevez. Sblocca le partite, decide, ha impatto e soprattutto sa reggere il peso della maglia, cosa non da tutti, perchè stiam pur sempre parlando di un classe 1993.

A proposito di classe 1993, qualche parola va assolutamente spesa per Stefano Sturaro, giocatore da grandi partite e grandi avversari, e lo testimoniano i fatti. Lo si ricorda all'Etihad a lottare a centrocampo (e a sfiorare il gol) e con il Milan in mezzo al campo l'ha fatta da padrone ancora lui. Stupisce la mentalità che l'ex Genoa ha acquisito in questo quasi anno in bianconero. Sta entranto appieno nei meccanismi anche Alex Sandro, indubbiamente decisivo nella gara, ed ora che la condizione fisica lo appoggia e sta capendo qualcosa in più del nuovo calcio in cui si trova, potrebbe diventare devastante sulla sinistra.

Non fa più notizia invece Giorgio Chiellini, che è vero, non ha cominciato benissimo la stagione sbagliando un po' troppo tecnicamente, ma in quanto a marcature si dimostra ancora uno dei migliori, tenendo Bacca a tutto campo. Discorso simile anche per Pogba, non perfetto (cerca ancora troppo la giocata difficile) ma la risolve con le intuizioni e si rende pericoloso anche da fuori.

Decisamente significativo che tra le note positive ci siano solo nomi singoli e non aspetti di squadra. E si arriva alla nota negativa: la fluidità e il ritmo offensivo che mancano. Certo, il Milan ha giocato in 10 uomini dietro la linea della palla, si è chiuso e sarebbe stato difficile per tutti trovare varchi, ma certamente la Juve ci ha messo un po' troppo prima di rendersi pericolosa con conclusioni non provienenti da fuori area. Un passo indietro forse, rispetto, ad esempio, al secondo tempo di San Siro con l'Inter.

L'idea è che però la strada sia quella giusta, questa volta per davvero però. E quale test migliore se non la Champions League contro un avversario di livello come il Manchester City? All'Etihad arrivò la prima vittoria stagionale (Supercoppa esclusa) grazie a una prestazione di squadra, compattezza e determinazione. Sembrava il punto di svolta, ma non lo è stato. Può essere questa la volta buona? Possibile. La risposta l'avremo però solamente mercoledì sera. Intanto, Allegri ha i suoi buoni motivi per sorridere: con un pareggio e una non-vittoria del Siviglia in Germania staccherebbe il pass per gli ottavi. E le cose potrebbero ancora mettersi meglio.

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Giorgio Dusi
Vivo a Bergamo, scrivo di calcio, in particolare di Juventus e Arsenal, e di basket tra NBA ed Eurolega. Giornalista. Laureando. Forse. [email protected]