All'indomani della chiusura del calciomercato invernale, è tempo di bilanci per tutte le squadre, non solo dal punto di vista finanziario, ma anche tecnico. Tra operazioni sotto traccia, in toni minori, con pensiero al futuro e alla valorizzazione dei giovani, anche la Juventus ha portato a termine in maniera più che soddisfacente la propria sessione, con un filo conduttore chiaro e ribadito svariate volte da società e allenatore: "Non compriamo per ampliare la rosa, ma per innalzarne il livello qualitativo".

Cosa significa innalzare il livello qualitativo di una squadra che ha vinto 15 delle ultime 16 partite giocate? Portare a Torino un cosiddetto top player, quel giocatore di un livello superiore, quello che poteva essere Gundogan, intorno al quale il Borussia Dortmund ha fatto scudo, impedendone una partenza in questo gennaio ma lasciando forse una porta aperta per giugno. La Juventus, in poche parole, avrebbe dovuto effettuare un'operazione decisamente complicata da chiudere in gennaio, mese in cui notoriamente i grandi club non si lasciano sfuggire i propri gioielli, salvo offerte davvero folli (ricordate Torres al Chelsea?).

Il cambio di rotta della società bianconera è stato immediato. Non appena l'impossibilità di arrivare a Gundogan è stata compresa, la premiata ditta Marotta-Paratici si è fiondata nel mercato dei giovani. Il primo colpo, Rolando Mandragora, è senza dubbio il fiore all'occhiello della campagna invernale: classse 1997, ambito da mezza Europa, pagato 12 milioni complessivi (in realtà parte fissa da 6 milioni e altrettanta parte variabile) e dal sicuro avvenire. Cosa ha spinto la Juventus a investire da subito in lui? La paura di perderselo, la paura di un Verratti-bis, di lasciarsi scappare un giocatore con le potenzialità per diventare un fenomeno. Quindi, in poco tempo, Mandragora ha firmato e da giugno sarà a disposizione di Allegri.

Per ora il classe '97 rimarrà a Pescara. Insieme a lui in biancazzurro militano anche altri due giocatori di fatto opzionati dalla Juventus, con un secondo fine chiaro. I due Gianluca, Lapadula Caprari, che stanno trascinando il Delfino sempre più in alto verso la Serie A, verranno portati a Torino in estate, ma potrebbero essere solamente di passaggio: l'obiettivo è girarli entrambi all'Empoli per ottenere Riccardo Saponara, pallino della dirigenza bianconera per rinforzare centrocampo e trequarti.

Il presidente dell'Empoli, Corsi, è un osso duro e ha già dichiarato che per meno di 20 milioni il suo gioiello non se ne andrà. Eppure, di fronte a un'offerta che comprenderebbe due giocatori che ai toscani piacciono e non poco, sarebbe difficile dire di no. Di fatto Giampaolo si troverebbe in casa il sostituto di Saponara e anche un altro giocatore di buon livello e molto giovane, essendo Caprari un 1993. Lapadula è invece un classe 1990, ma il talento cristallino è sotto gli occhi di tutti: parlano per lui i 14 gol e 7 assist.

Finito qui? Niente affatto. Le operazioni Sensi e Rogerio, in sinergia con il Sassuolo, permettono ai bianconeri di monitorare due prospetti interessanti in una squadra di buon livello in Serie A: se poi saranno convinti, avranno ovviamente la corsia preferenziale per andarli a prendere, così come potrebbe essere per Trotta. Insomma, zero esborsi per ora, magari in futuro sì, e anche consistenti. Ma con la conoscenza quasi completa del fine dell'investimento.

Finito qui? Niente affatto, di nuovo. In arrivo a Torino c'è anche Simone Andrea Ganz, attaccante classe 1993 del Como che arriverà anch'egli in estate e potrebbe essere una comodissima pedina di scambio, un'altra. E a marzo, per chiudere, diventerà bianconero il classe 1998 del Corinthians Matheus Pereira, inseguito da mezza Europa. Al compimento della maggiore età, il brasiliano entrerà a far parte della primavera bianconera. Con vista sulla prima squadra.

Ogni operazione effettuata dalla Juventus, che non ha minimanente ritoccato elementi della prima squadra, ha un fine chiaro: il futuro. Su questo è stato giustamente incentrato questo mercato, un mercato intelligente, mirato, con esborsi anche non indifferenti o con impegni altrettanto importanti. Ma il futuro bianconero passa da qui, dalla costruzione a lungo termine, non solo nell'immediato. Lo si è visto anche in estate: l'età media si sta costantemente abbassando, il progetto è chiaro nella testa della dirigenza. Vincere ora. Con un occhio, ovviamente, alla Juve che verrà.