La Juventus di Massimiliano Allegri entra nella 5toria grazie al quinto Scudetto consecutivo, conquistato lunedi pomeriggio con la contemporanea sconfitta del Napoli. Uno Scudetto "epocale", frutto di grinta, sacrificio, cuore ed attributi, dopo una partenza horror ed il dramma di Modena col Sassuolo, senza dubbio lo spannung della stagione bianconera. Da lì una rinascita guidata dai senatori, con l'esplosione definitiva dei giovani, ed una rimonta che, giornata dopo giornata, ha avuto il sapore dolcissimo del Tricolore.

IL LEADER - Il giocatore che spicca di più nella cavalcata bianconera è senza dubbio Buffon. Talento e carisma, il portierone, assieme ad Evra, è stato il primo a suonare la carica ai suoi dopo la sconfitta col Sassuolo ("Mai più figure da pellegrini"). Da quel momento la sua porta è diventata una vera e propria muraglia inespugnabile, con il record d'imbattibilità in A di Sebastiano Rossi più che demolito. Non bastasse, Gigi ha dimostrato che il merito di quel record non era soltanto della difesa, sfoderando prestazioni maiuscole contro il Milan e la Fiorentina in particolare e zittendo eventuali critiche, segno che a 38 primavere suonate Buffon rimane il miglior portiere italiano e di sempre.

Source: Gabriele Maltinti/Getty Images Europe
Source: Gabriele Maltinti/Getty Images Europe

I GIOVANI - La coppia 10-21 ha sempre rappresentato il marchio di fabbrica della Vecchia Signora, simbolo di classe, eleganza e talento. Chi ad oggi incarna questa figura nella società piemontese meglio di Pogba Dybala? Genio eccentrico il francese, killer pacato la Joya. Dopo una partenza mediocre, Paul si è svegliato prendendosi per mano il centrocampo bianconero, orfano di Vidal e Pirlo, e con l'avvio della primavera è sbocciato come un fiore, collezionando ben 11 assist e 8 gol in questo campionato. Nel suo cammino spicca la prestazione con il Torino nel derby. L'argentino, invece, con quel dinamismo che ricorda Sivori e quel suo modo di fare da raccordo tra centrocampo ed attacco, alla Tevez, ha segnato ben 16 reti fin qui in campionato, confermando di essere un grande talento, con colpi da campione che hanno risolto le gare interne contro Milan, Roma e Sassuolo, squadre ostiche per capirci, ma anche la trasferta a casa Lazio, un one man show. Mentre il secondo è certo di restare, il primo è corteggiato da tutta Europa, ma la dirigenza ed Allegri non hanno assolutamente intenzione di cederlo, in quanto costituisce un elemento chiave per puntare ad alzare la Champions entro due anni, l'obiettivo finale per questa squadra oramai.

L'OUTSIDER ED IL GREGARIO - Una cosa su tutte va sottolineata nel quinto Scudetto bianconero: il fatto che tutti abbiano contribuito nel loro piccolo al Tricolore, pur non essendo top player della rosa, facendosi trovare sempre pronti. E' il caso di Cuadrado e Zaza, outsider il primo e gregario il secondo. Il colombiano è stato uno dei migliori nell'avvio di stagione, nonchè durante il periodo di gennaio-febbraio, quando i bianconeri hanno accusato una leggera stanchezza fisica. Il suo gol al 93' nel derby con il Torino ha dato il via al ruolino di marcia impressionante della Juventus ed è migliorato molto anche nella fase difensiva, spesso snobbata da lui ai tempi del Lecce e della Fiorentina. Arrivato in prestito a Torino per dimenticare l'amara esperienza al Chelsea, il suo sarà un caso di mercato estivo tutto da seguire, dato che Antonio Conte (che già lo volle fortemente quando allenava Madama) potrebbe non lasciarlo andar via facilmente. Caso diverso per il 24enne Simone: arrivato come quarta scelta del reparto offensivo, il giocatore si è fatto trovare al top nel momento del bisogno. Emblematico il gol Scudetto all'89 nello scontro diretto contro il Napoli, che ha ridato non solo il primato ai bianconeri, ma che ha anche evidenziato le differenze tecniche tra le due rose e la capacità di attingere da più risorse dei piemontesi.

Source: Marco Luzzani/Getty Images Europe
Source: Marco Luzzani/Getty Images Europe

LA SQUADRA - Al resto ci ha pensato l'intera rosa: dall'esperienza dei senatori (Bonucci, Barzagli, Marchisio) a quella dei nuovi già affermati (Khedira, Mandzukic), dalla voglia di riscatto di certi (Morata) all'emergente fame di gloria dei più giovani (LeminaRugani, Alex Sandro). Una solidità mentale impressionante, una rosa che ha saputo unirsi e non disgregarsi di fronte alle difficoltà, agendo per il ben comune, lottando fino alla fine, con una mentalità vincente in perfetto stile Juve, grazie anche a una dirigenza attenta e capace di programmare sul lungo periodo.