L'entusiasmo contagioso di Formello, i fumogeni, le luci di una notte stellata grazie al contributo delle stelle in campo. La Lazio torna protagonista e lo fa da grande squadra, senza snaturarsi e senza proclami rischiosi quanto inutili.

IL TECNICO. Stefano Pioli aveva già impressionato in passato per le sue doti, ma non aveva ancora assaggiato il pane della squadra di fascia medio - alta. Alla prima stagione laziale gioco e risultati gli danno ragione e lo spingono di diritto in alto, "al massimo". Senza se e senza ma, questa stagione è già un successo.

GLI INTERPRETI. La forza di una squadra sta nel collettivo, nella sua organizzazione e nella sua attitudine. Assimilati i principi di gioco voluti dal tecnico, anche gli interpreti si sono mossi a meraviglia, come in un'orchestra.

IL MERCATO. Qui forse ci sono i meriti più grandi della società. Mettiamoci dentro anche la scelta dell'allenatore. Nonostante qualche infortunio di troppo, la rosa si è dimostrata all'altezza e completa in ogni reparto.

CRESCITA. Tra i giocatori simbolo di questa annata benedetta, l'uomo copertina Felipe Anderson, il regista Biglia, la difesa e le riserve, sempre di qualità. Il fatto che un giovane talentuoso come Keita abbia spesso lasciato il posto a un compagno più esperto la dice lunga sulla affidabilità dei protagonisti in campo.

FINALE. Da questo momento in poi l'obiettivo finale sarà un trofeo, magari quella coppa Italia che fa già parte della storia biancoceleste.