La Lazio riprende da dove aveva lasciato, con una vittoria. Dalla trasferta di Napoli che è valsa il preliminare di Champions, passando proprio dal preliminare, al Bologna. Un cerchio che si deve ancora chiudere ma che per ora i biancocelesti hanno disegnato perfettamente.

La partita contro l’ex allenatore laziale Delio Rossi è affrontata nella giusta maniera, nella prima mezz’ora la Lazio regala spettacolo. Gioca sempre all’attacco, facendo ampiezza sulle fasce e senza dare punti di riferimento ai difensori rossoblu: Kishna (che della Lazio sembra un veterano), Keita e Candreva si muovono armoniosamente, Basta corre e si sovrappone, Parolo e Lulic (al di sotto rispetto ai suoi compagni) fanno da raccordo tra centrocampo e attacco, con Biglia sempre bravo a tenere gli equilibri giusti. La difesa è attenta, solo Radu allo scadere del primo tempo non sale per il fuorigioco: dormita che vale il gol di Mancosu. Come se significasse: Lazio, col Leverkusen non ti puoi permettere disattenzioni. Perché in fondo, nella testa di Pioli, ieri sera all’Olimpico è andata in scena la prova generale per il ritorno del preliminare di Champions.

E’ quella la partita che cambia la stagione. E la squadra l’affronterà con più sicurezza, consapevole di aver ritrovato lo smalto della scorsa stagione. Anche se la difesa in Germania sarà sicuramente più sollecitata, la partita sarà diversa, il Bayer (che ha vinto con gol di Calhanoglu su punizione contro l'Hannover) ha un potenziale offensivo di assoluto valore ed in casa ha costruito le sue glorie in questi ultimi anni. Pioli ha detto di conoscere bene l'allenatore Schmidt, ma avrebbe voluto giocarsela con i suoi esperti, invece deve fare i conti con le assenze. Dopo Djordjevic e Klose K.O., l’infortunio di Biglia (lesione muscolare, ancora da valutare bene) pesa parecchio. Non è un caso che quando l’argentino ha lasciato il campo, la Lazio è calata col baricentro permettendo l’iniziativa ai centrocampisti del Bologna. Non è un caso, e Pioli lo sa: il suo sguardo perso nel vuoto quando Biglia lascia il campo dolorante senza nascondere qualche lacrima vale più di qualsiasi parola. Ora sostituirlo (l’argentino è sicuramente out per il ritorno del preliminare) non è facile. L’indiziato numero uno sembra Danilo Cataldi, ma il tecnico della Lazio potrebbe optare per un più muscolare Onazi.

Fa rabbia, perché la partita più importante della stagione la Lazio la giocherà senza i suoi trascinatori, i suoi veterani Biglia e Klose. Pioli sarà quindi costretto a lanciare in campo i suoi giovani, promuovendo la linea verde su cui sta puntando la società. Un dato che non è sfuggito ai più attenti emerge a fine gara col Bologna: nella Lazio ci sono ben sei - su undici - giocatori Under 23 in campo (De Vrij, Cataldi, Milinkovic-Savic, Felipe Anderson, Kishna e Keita) e tanti altri, anche più giovani, sono seduti in panchina.

Sarà questa schiera di giovani a vedersela con i tedeschi. E così come Cataldi (classe ’94) potrebbe prendere le redini del centrocampo, Keita (classe ’95) dovrebbe schierarsi al centro dell’attacco, con al fianco Candreva ed uno tra Felipe Anderson (classe ’93) e Kishna (classe ’95). Proprio l'olandese che ieri sera con personalità si è preso la scena, segnando al suo esordio in A e regalando giocate d’alta classe. Non ha avuto timore di nulla, e con Keita si è preso a meraviglia. Chissà se Pioli ha in mente di schierarlo fin dall’inizio: il fattore K potrebbe essere decisivo. 

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Micael Caviglia
Scienze della Comunicazione, scrivo su Vavel di Calcio, approfondendo la Lazio, la Premier League ed il tennis. Lo sport è cultura. Su Twitter sono qui