Per il secondo anno di seguito l'Italia perde la possibilità di portare anche la terza squadra alla fase a gironi. Al Napoli succede la Lazio, che dopo la vittoria di Roma, si scioglie sotto i colpi del Bayer Leverkusen in una BayArena infuocata. Niente da dire, i tedeschi si dimostrano maggiormente squadra abituata a certe partite e soprattutto ad un palcoscenico così importante, con giocatori più pronti a giocare una sfida da dentro o fuori. Resta il rammarico, seppur in minima parte per qualche decisione arbitrale che nel primo tempo avrebbe potuto indirizzare la sfida verso la sponda biancoceleste, ma nell'arco dei 180 minuti, la squadra di Schmidt ha meritato l'accesso alla fase a gironi della Champions. Calhanoglu apre le danze, Mehmedi e Bellarabi chiudono la sfida nella ripresa.

Schmidt ripropone il 4-2-3-1 dell'andata. Gli effettivi in campo sono per dieci undicesimi gli stessi dell'Olimpico, fatta eccezione per Son, che lascia il posto a Mehmedi. In difesa confermati Papadopoulos e Tah nonostante la mediocre partita d'andata. La Lazio cambia modulo invece, con Pioli che si difende con tre centrali più i due laterali che sono Lulic e Basta. Radu è il terzo centrale a sinistra con De Vrij e Mauricio, mentre davanti il trio è il solito con Keita falso centravanti.

Il copione della gara segue ciò che ci si aspettava alla vigilia, con la Lazio che si chiude negli ultimi trenta metri di campo per provare a ripartire sfruttando velocità ed imprevedibilità dei tre funamboli d'attacco. Nonostante le ripartenze, però, il monologo è dei padroni di casa, che attuano al meglio il Gegenpressing bucato più volte all'Olimpico per proporsi con maggiore continuità dalle parti di Berisha. Al 10' la prima occasione da rete per le Aspirine: Bellarabi effettua un tiro cross dalla destra dove sia Calhanoglu che Kiessling non riescono ad intervenire. La squadra di Pioli soffre, lasciando spazio e campo ai rossi, che però riescono soltanto dal limite, con i bolidi del turco-tedesco Calhanoglu ad andare vicini al vantaggio in due occasioni (nella seconda Berisha risponde centralmente con i pugni). Si vede la squadra capitolina, con Keita che parte nello spazio con i tempi giusti, ma col sinistro trova un attento Leno sul primo palo. A metà primo tempo l'azione più pericolosa del Bayer: Wendell pennella per Kiessling che in torsione trova la traversa a beffargli la conclusione a Berisha battuto.

L'illusione del vantaggio fa deconcentrare i padroni di casa che lasciano ancora a Keita l'occasione per pungere: l'attaccante spagnolo toglie il tempo all'impreparato Tah, che si aggrappa come può ai calzoncini dell'ex Barça. La Lazio recrimina, ma c'è soltanto angolo. Negli ultimi dieci minuti di frazione il ritmo della gara cala notevolmente, con il Bayer che non riesce ad infilarsi nelle maglie difensive laziali, con il ritulstato che sembra oramai destinato al pareggio. Tuttavia, il guizzo di Kiessling produce il gol del vantaggio del Leverkusen. Su una palla messa al centro dal Hilbert il tedesco anticipa De Vrij mettendo al centro un pallone invitantissimo che Hakan Calhanoglu, dopo una serie di rimpalli in area, scaraventa in rete per l'esultanza della BayArena.

Il gol, arrivato fortunosamente, galvanizza i padroni di casa che entrano in campo ancor più motivati e grintosi rispetto all'inizio di gara. La Lazio non esce dalla propria metà campo, e alla prima imbeccata crolla: Mehmedi scatta in profondità tra le linee laziali, Mauricio non è impeccabile in chiusura ed il trequartista della squadra di Schmidt, a tu per tu con Berisha lo beffa calciando sotto la traversa. Il Bayer domina: Kiessling e Calhanoglu dialogano al limite dell'area di rigore, con il turco che calcia con il mancino su Berisha in uscita che chiude in angolo.

Pioli cambia assetto con Kishna al posto di Radu, abbassando Lulic e Basta sulla linea difensiva, ma la sua squadra non risponde come vorrebbe l'allenatore romagnolo. Il possesso palla è sempre degli avversari, con Parolo ed Onazi che, a metà campo, non riescono a filtrare le avanzate avversarie e l'assenza di Biglia che si sente soprattutto nella fase di gestione del possesso palla e della tranquillità. E' ancora il Bayer ad andare vicino al tris con Bellarabi dopo un paio di sortite offensive del tutto innocue di Candreva e soci: il destro dell'esterno d'attacco viene deviato da Lulic in angolo. Se la gara era in salita, con il doppio svantaggio da rimontare, al 68' la partita diventa un Everest da scalare, quando De Vrij si fa anticipare ancora una volta da Kiessling costringendo Mauricio al fallo che gli costa il secondo giallo e la conseguente espulsione.

Pioli corre ai ripari con Gentiletti per un impalpabile Felipe Anderson, ma la Lazio perde la bussola definitivamente finendo alla mercé dei padroni di casa, che non mollano la presa e con Brandt e Kiessling continuano a mettere sotto scacco la retroguardia avversaria, anche se si specchiano troppo negli ultimi minuti di gara, perdendo in cinismo ed aggressività. I cambi di Schmidt danno linfa e vigore alla sua squadra per gli ultimi minuti di gioco, con i laziali che nonostante occorra soltanto un gol per passare il turno non riesce mai a presentarsi dalle parti di Leno, con Tah che sfrutta fisicità e rapidità per chiudere Candreva e compagni. Keita avrebbe sul destro il pallone della qualificazione ma perde tempo per battere a rete dal limite, perdendo palla e lanciando il contropiede del Bayer: Kiessling è stratosferico per spondare per Brandt che tutto solo appoggia al centro per Bellarabi. 3-0: partita e qualificazione chiusa.

Il Bayer Leverkusen passa alla fase a gironi della Champions League meritatamente, chiudendo la serata di festa con i beniamini che festeggiano assieme alla curva. Per la Lazio, l'amara retrocessione in Europa League: sicuramente un'esperienza che farà crescere la squadra di Pioli, che però si è dimostrata ancora troppo inesperta per giocare una partita di questo calibro a livello internazionale. Tutta la maggiore esperienza in questi termini della squadra teutonica è venuta fuori nel momento decisivo del match, quando bisognava resistere ad inizio ripresa alle folate dei padroni di casa. Resta il rammarico per le molte, troppe assenze di Marchetti, Biglia, Klose e Djodjevic che hanno condizionato senza alcun dubbio il doppio confronto. Senza nulla togliere ai meriti del Bayer.