Un colpo di spugna per cancellare il pessimo inizio di stagione. L'uscita prematura in Champions pesa nella testa del gruppo, la scoppola rimediata dal Chievo annuncia tempesta e mette a nudo i limiti attuali della squadra di Pioli. La Lazio prova a far quadrato per combattere il momento negativo e ritrovare in A l'anima della scorsa stagione.

Lo scheletro che sorregge l'undici biancoceleste siede in infermeria. De Vrij spegne il fuoco della polemica e chiude la querelle Lazio - Olanda, Biglia lascia vacante il posto in regia e il settore offensivo deve fronteggiare la contemporanea assenza di Klose e Djordjevic.

Le difficoltà tecniche, di organico, acuiscono il momento negativo, ma Pioli attende una risposta di carattere. All'Olimpico, alle ore 18, arriva l'Udinese di Colantuono, e occorre muovere una classifica offuscata dalla batosta di Verona.

Il tecnico vara il 4-2-3-1, con Basta e Radu ad occupare le corsie esterne e Mauricio riferimento centrale. Al fianco di quest'ultimo, Hoedt più di Gentiletti. Cataldi riceve le chiavi del gioco, al suo fianco Parolo, in una doppia veste di interditore - incursore. Mauri è l'elemento di equilibrio chiamato unire la zona di mezzo con il comparto d'attacco. Candreva e Kishna (attenzione a Lulic, possibile sorpresa) alle spalle dell'unica punta. Pioli pensa a Matri dal via, ma Keita appare favorito.

In casa friulana, più di un dubbio, stante il difficile recupero di diversi giocatori. Il modulo è il consueto. Difesa a tre con Danilo in posizione centrale, Wague o Heurtaux - non al meglio - con Piris ai lati. Nel centrocampo a cinque, Edenilson e Adnan sull'esterno, Iturra perno centrale, con Fernandes e Kone (o Badu) a garantire dinamismo e idee.

L'ultimo quesito davanti. Zapata è elemento imprescindibile. La forza fisica dell'ariete ex Napoli consente all'Udinese di alleggerire il gioco e di avere un terminale di peso. Al suo fianco, l'eterno Di Natale o Thereau. Assenti Widmer e Guilherme.