Tre punti, vittoria ottenuta. Dopo il periodo che sta attraversando la Lazio in campionato, il 3-1 al Dnipro è una boccata d'ossigeno, per tutta la squadra, in primis per Pioli. Igli Tare aveva chiesto di dare l’anima in campo, probabilmente non sarebbe nemmeno servito vista la differenza di qualità tra le due squadre, è da dire però che la Lazio ha ottenuto i tre punti senza impressionare, limitandosi a giocare un calcio sufficiente a battere gli ucraini. Il 3-1 assegna tre punti importanti ai bianocelestiai fini della qualificazione, anche perché l’altra partita del girone tra Saint Etienne e Rosenberg è terminata 1-1 quindi la Lazio con una giornata di anticipo si è qualificata prima nel girone. Il suo cammino europeo è stato sinora quasi impeccabile. Dopo il pareggio alla prima contro il Dnipro sono arrivate quattro vittorie consecutive, che lanciano i biancocelesti ai sedicesimi di Europa League da testa di serie. 

Come anticipato non è servita una prestazione impeccabile da parte dei ragazzi di Pioli per battere la squadra lontana parente di quella finalista della scorsa edizione dell'Europa League. In una fredda serata romana, con il clima che rispecchia il tifo dell'Olimpico, questa sera deserto, il gol di Candreva immediato al quarto minuto scalda i temerari presenti allo stadio. E' un regalo della difesa del Dnipro, che si ferma per un presunto fallo non fischiato e lascia involare Parolo che coi tempi giusti infila Candreva a tu-per-tu con Boyko: il gol è un gioco da ragazzi, dribbling e piatto sinistro. Un gol che sostanzialmente cristallizza le dinamiche della gara. La partita diventa noiosa e senza occasioni. La Lazio, diposta con un inedito 4-4-2, si limita ad aspettare gli avversari senza subire azioni pericolose. Matheus ci prova da fuori, gli risponde Klose poco dopo dal limite. Le due punte non creano mai spazi, Klose spesso è costretto a venirsi a prendere palla a centrocampo, Parolo e Cataldi non sono ispirati, Kishna e Candreva corrono senza brillare.

Il secondo tempo non cambia il quadro della partita: tonalità grigia, pochi colori "vivi". L'impressione è che la Lazio al meglio della sua condizione psico-fisica avrebbe o chiuso la partita dopo mezz'ora oppure avrebbe  inflitto un passivo davvero pesante agli ucraini. Il Dnipro, al 65', rischia pure di riaprire la gara. La Lazio si fa sorpendere dopo che Mauricio perde palla quando avrebbe dovuto difenderla col corpo: Bruno Gama fa 1-1. La risposta dei laziali è immediata. Con una buona dose di fortuna Parolo trova il gol con deviazione due minuti dopo. Le speranze degli ucraini, ai quali sarebbe servita solo la vittoria, vengono annullate nell'immediato. Dal gol di Parolo a quello di Djordjevic al 93', ormai a partita chiusa, è pura accademia per i padroni di casa, col Dnipro che tira i remi in barca. Pioli e la Lazio hanno già la testa ad Empoli. 

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Micael Caviglia
Scienze della Comunicazione, scrivo su Vavel di Calcio, approfondendo la Lazio, la Premier League ed il tennis. Lo sport è cultura. Su Twitter sono qui