AC Milan VAVEL

C'era una volta il bomber...

Il Milan fatica, gli attaccanti segnano con il contagocce. Eppure in passato il club ha avuto in rosa tra i più grandi maestri del gol. Vavel rivive, con un pizzico di nostalgia, le imprese e le cifre dei grandi bomber rossoneri

C'era una volta il bomber...
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Di Tommy Milanello

Ai giorni d’oggi tra amici va di moda chiamarsi bomber. Come ricorda un’ormai celebre pagina sui social network, non vi sono “apparenti meriti sportivi” per chi chiama il proprio amico in questo modo. Sui campi da calcio si chiama bomber il giocatore che segna molti gol. La storia del Milan è ricca di giocatori che si sono meritati questo titolo. Oggi il club rossonero sta attraversando uno dei periodi più difficili della sua recente storia. Spesso è stato il reparto difensivo a finire sotto accusa, ma il Milan d’oggi è privo di un attaccante capace di prendersi sulle spalle la squadra. Una punta in grado di segnare gol decisivi. Insomma, dov’è finito il bomber rossonero?

Balotelli, El Shaarawy, Robinho, Matri e Pazzini: sono questi cinque nomi gli operai della fabbrica del gol rossonero. Storie diverse le loro, stagioni condizionate da episodi differenti. Il risultato sono dieci misere reti segnate in diciotto partite tra campionato e Champions League, la metà di queste frutto del piedone di Balotelli. Il Balo-Nazionale fin qui non ha soddisfatto i tifosi. Il numero di provvedimenti disciplinari è alla pari dei suoi gol; soprattutto nelle competizioni europee Mario ha deluso, siglando un solo gol nei playoff contro il PSV e trasformando il calcio di rigore contro l’Ajax. Anche in campionato è mancato l’acuto. L’avvio ha fatto ben sperare con tre gol in quattro partite, ma dalla squalifica in poi del Balo solo l’ombra.

Spesso titolare quest’anno, anche Robinho continua a non convincere i tifosi. Troppi i palloni sprecati, troppo pochi i gol realizzati. L’unico flash è il gol al Barça nell’1-1 di San Siro, in campionato solo due gol in undici presenze. Va peggio a Matri, arrivato quest’estate tra le proteste della curva. L’ex bianconero ha timbrato il cartellino una sola volta, divorandosi occasioni su occasioni, nonostante abbia avuto le sue chance, anche a causa delle numerose squalifiche di Balotelli e degli infortuni di El Shaarawy e Pazzini. Il Pazzo non è ancora sceso in campo quest’anno, ma la media perfetta di un gol ogni due partite della scorsa stagione fa ben sperare i supporter rossoneri. Anche El Shaarawy è mancato a gran parte della stagione, giocando solo quattro partite. Un unico gol per il Faraone, nel playoff in Olanda contro il PSV. Tra gli attaccanti in rosa c’è anche Niang, otto presenze, zero gol e ancora troppi dubbi sul suo potenziale. Da citare anche Kakà, in ottima forma e autore di un gol in campionato, ma che per i quotisti del fantacalcio è da considerare di ruolo centrocampista.

La storia insegna che i successi di squadra sono figli dei loro protagonisti. Senza scomodare i miti in bianco e nero, da Nordahl a Rivera, passando per Altafini, e senza nemmeno dover ricorrere alle magie del cigno di Utrecht Marco van Basten, anche la storia recente del Milan è stata ricca di autentici professionisti del gol. Andriy Shevchenko e Filippo Inzaghi, due nomi una garanzia. L’ucraino in otto stagioni al Milan è riuscito a bucare la porta avversaria 175 volte, una media spaventosa di 0.54%. Media tra l’altro compromessa dalla stagione 2008-09, in cui Sheva è tornato alla casa rossonera, senza però lasciare il suo segno. Nei sette anni dal 1999 al 2006, l’ucraino con i suoi gol ha aiutato il Milan a vincere 1 scudetto, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa Italiana, 1 Champions e 1 Supercoppa Uefa, oltre a portarsi a casa il Pallone d’Oro nel 2004.

Numericamente inferiore a Sheva, ma nel cuore dei tifosi ancora più presente è stato ed è tuttora Pippo Inzaghi. Col Milan sono 300 partite tonde tonde, i suoi gol sono 126. Super Pippo è il re delle notti europee, la musichetta della Champions League è stata la sua colonna sonora. 40 gol rossoneri in competizioni Uefa, due Champions vinte: nel 2003 portando il Milan in finale grazie alle sue dodici reti segnate e nel 2007 quando ad Atene contro il Liverpool la questione la risolse direttamente lui. Per Inzaghi anche 2 Supercoppe Uefa vinte, 1 Mondiale per Club risolto -manco a dirlo- grazie a una sua doppietta, 1 Supercoppa Italiana, 1 Coppa Italia e 2 scudetti.

Nella hall of fame dei bomber rossoneri c’è spazio anche per Ibrahimovic, che in due soli stagioni ha segnato 42 volte, aggiungendo grazie ai suoi gol uno scudetto e una Supercoppa Italiana alla bacheca del Milan. E oggi ci sono loro, Balo & Co: il Milan fatica, loro segnano poco. Attaccanti già lo sono e i tifosi del Milan si augurano che ben presto possano ritrovare gli apparenti meriti sportivi necessari per l’investitura ufficiale a bomber rossoneri