Il Milan che non t'aspetti, con il coltello tra i denti, che non muore mai. Soffre, va in svantaggio, recupera, va sotto nuovamente, pareggia ancora e rischia di vincere una partita epica. A San Siro è calcio spettacolo, due squadre che si affrontano a viso aperto, come non si vedeva da molto tempo. Il modo migliore per festeggiare il 114esimo compleanno della società, fondata proprio il 16 dicembre del 1899 dall'inglese Herbert Kilpin.

La Roma di Garcia perde ulteriore terreno dalla Juve e per la prima volta in stagione subisce due gol, come non le capitava dal 30 marzo, al Barbera di Palermo. Rimane imbattuta, anche se i rossoneri, come gli stessi giallorossi, nel finale pirotecnico vanno vicinissimi al colpaccio.

Nella sfida caffè della 16esima giornata di Serie A, dai molteplici risvolti tecnici, Allegri ripropone la coppia di centrali Bonera-Zapata, che ripagano ottimamente la fiducia del mister, scortati da un enorme Emanuelson, che sta pian piano sbocciando nel ruolo di terzino sinistro. In casa Roma, si siede in panchina Totti, che era dato per titolare, lasciando spazio a Mattia Destro. Proprio lui, timbra ancora il cartellino, dimostrando di essere il rapace d'area che Garcia cercava da tempo.

La Roma pecca di cinismo, dilapidando per due volte il vantaggio prezioso, ottenuto prima grazie al gol di Destro e poi al rigore di Strootman, su gentile concessione di Gabriel. La squadra di Garcia propone il suo solito calcio totale, a tutto campo, con la gazzella Gervinho che taglia la savana rossonera a velocità insostenibili. Dall'altra parte, un Milan operaio che scende in campo con la stesso spirito di sacrificio visto contro l'Ajax mercoledì e merita ampiamente il punto odierno. La classifica rimane deficitaria, i 19 punti all'attivo non possono essere sufficienti a metà dicembre,anche se i miglioramenti, quantomeno sul piano dell'abnegazione, sono notevoli.

Allegri, espulso nel finale di partita, è soddisfatto della prestazione dei suoi: "E' stata una bella partita per gli spettatori, un po' meno per noi. Abbiamo rischiato fin troppo nel primo tempo, anche se sono contento della prova dei difensori: Bonera-Zapata stanno facendo bene come Mexes-Zapata la scorsa stagione. Come si è visto stasera, Balotelli con Matri in campo riesce ad esprimersi meglio, perchè sfrutta meglio gli spazi", c'è spazio anche per qualche dichiarazione sul sorteggio di Champions League, che ha riservato l'Atletico Madrid: "L'Atletico sta facendo grandi cose, ma a marzo sarà un altro calcio. L'importante è arrivarci in forma, poi tutto può accadere. Dobbiamo essere fiduciosi, siamo arrivati agli ottavi ed è già un buon traguardo".

Galliani parla anche di Abbiati, che è rimasto negli spogliatoi a fine primo tempo: "Prima della partita aveva del vomito, ha assunto del Plasil ma non è stato comunque bene. Da qui la decisione di sostituirlo. La qualificazione in Champions ci ha rivitalizzati, fossimo usciti ci sarebbero stati brutti strascichi. Ora testa al derby, e poi penseremo al 2014, sperando in una buona annata".

Sulla sponda capitolina, a margine della sfida è intervenuto Mehdi Benatia: "Noi volevamo vincere, ma si sa che il Milan è sempre il Milan. Abbiamo preso due gol evitabili, potevamo vincere. Però il campionato è lungo e noi ci saremo fino alla fine". Gli fa eco il mister Rudi Garcia: "Quando sei due volte in vantaggio, bisogna essere più forti in difesa. Abbiam giocato per vincere, così mi piace la mia squadra. Nè Mattia nè Totti hanno i novanta minuti nelle gambe, quindi ho deciso di alternarli. Ora dobbiamo per forza vincere a Catania, ma un punto a Milano non si butta mai via".

E vincere al Massimino non sarà così semplice, viste anche le assenze di De Rossi e Strootman, che sconteranno una giornata di squalifica per somma di ammonizioni. I rossoneri si avviano verso il derby di domenica sera, e dovranno rinunciare a Montolivo, anch'egli squalificato. Un pareggio che accontenta entrambe ma non fa felice nessuno, perchè i giallorossi vedono la Juve allontanarsi ed i rossoneri continuano a stazionare nella parte destra della classifica, non proprio il loro habitat naturale.