Tre punti dovevano essere e tre punti sono stati. Il Milan, in cerca di riscatto dopo i deludenti pareggi maturati contro Empoli e Cesena, piega un Chievo ben organizzato dietro ma poco propositivo dalle parti di Abbiati. Finisce 2-0, grazie alle reti di Muntari e Honda, maturate entrambe nel secondo tempo. I rossoneri ritrovano così il sorriso e la fiducia per il proseguo della stagione. Mai realmente pericolosi i clivensi di Corini che, malgrado la formazione offensiva, sono apparsi troppo rinunciatari e nemmeno capaci di sfruttare al meglio le occasioni capitategli fra i piedi.

Inzaghi opta inizialmente per il 4-3-3, con Fernando Torres al centro dell'attacco e Menez e Honda ai fianchi, mentre Jack Bonaventura (che festeggia proprio stasera il suo ritorno in Nazionale) viene arretrato sulla linea del centrocampo. Corini punta invece su un 4-3-1-2 abbastanza offensivo, facendo affidamento sulla voglia di rivincita degli ex Birsa, Maxi Lopez e Paloschi. Tuttavia, malgrado le bellicose intenzioni, i veronesi non fanno paura ad Abbiati, e fanno prevalere la loro organizzazione difensiva, aiutati anche da un Milan non molto brillante là davanti. Ne esce così un primo tempo al Valium, con pochissime occasioni da rete dall'una e dall'altra parte. In tutto questo, spicca per pochezza la porva di Fernando Torres, che non riesce a essere un punto di riferimento per i compagni, mentre Menez, intristito sulla fascia non riesce a dare il suo solito contributo di frizzantezza. Sul fronte Chievo c'è da segnalare una protesta per un rigore non dato da Mazzoleni: Maxi Lopez viene steso in area di rigore, il penalty ci potrebbe stare ma l'arbitro non se la sente di fischiare.

Sul finire del primo tempo, Inzaghi ha l'intuizione decisiva. Addio 4-3-3, benvenuto 4-2-3-1, con Menez lasciato libero di fare quello che più gli aggrada, e Bonaventura avanzato. E infatti la musica cambia, fin dalle primissime battute del secondo tempo. Abate la butta in mezzo, Torres è bravo a stoppare la palla di petto, decisamente molto meno quando cicca in maniera goffa la conclusione, cartolina perfetta di un match da dimenticare al più presto. Sono i primi segnali della carica milanista, guidata da un Jeremy Menez che finalmente attiva la modalità "on" e comincia a seminare il panico nella difesa clivense: i suoi cross sono pericolose mine vaganti che i giocatori avversari disinnescano non senza difficoltà, con Brighi prima e Bardi poi costretti a sventare la minaccia un attimo prima che si concretizzi. 

Ma il gol è nell'aria e al minuto 55 finalmente arriva: rinvio affannoso della difesa clivense, Muntari di prima intenzione esplode il sinistro che si insacca alle spalle di Bardi. Il Chievo accusa il colpo ma prova una reazione, complice anche qualche distrazione dei rossoneri: la prima al minuto 14, quando Radovanovic cavalca indisturbato per una quarantina di metri prima di calciare malissimo. Al minuto 25 la più ghiotta delle occasioni per gli ospiti: Lazarevic ruba la palla a uno svagato Muntari e pilota un contropiede tre contro uno dall'esito potenzialmente vitale se non fosse per lo stesso Lazarevic, che si incaponisce troppo nel portare palla e finisce con il favorire il recupero di De Sciglio. Ma è soprattutto il Milan a fare la partita: Honda manca di poco l'appuntamento con il secondo gol su un cross di Abate da dentro l'area, Menez continua a seminare il panico nella retroguardia clivense costringendo Bardi a metterci letteralmente la faccia su una velenosa conclusione dello stesso francese.

Inolte Inzaghi prova a dare ancora maggior peso all'attacco milanista, sostituendo l'evanescente Torres con El Sharaawy. E l'impatto del Faraone è subito devastante, dal momento che è proprio da una sua ripartenza che scaturisce il 2-0. La firma è quella di Keisuke Honda, che trasforma in oro la punizione che il 92 rossonero si è procurato dopo essere stato abbattuto da Kofie. È il minuto 77 e sulla partita cala il sipario. Anche se il Chievo ci prova a riaprirla, ma il pallonetto di Paloschi è loffio e Abbiati neutralizza senza difficoltà. Un minuto dopo è ancora Paloschi a provare la conclusione, ma Rami si immola e si prende una cannonata in pieno volto che lo mette momentaneamente ko. Quindi Mazzoleni manda tutti sotto la doccia, decretando la vittoria del Milan, che per la prima volta in stagione non prende gol. Per la gioia del suo tarantolato allenatore.

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Alessandro Gennari
Schermidore a scoppio ritardato, rugbista mancato, ciclista negato, tennista si fa per dire. Storico per laurea, giornalista per amore dello sport. Presto la mia tastiera al servizio di scherma, tennis, sci alpino, nuoto e chi più ne ha più ne metta.