Adriano Galliani e Walter Sabatini, a colloquio. Un semplice contatto, per un nome importante del calcio italiano, Mattia Destro. Da Roma segnali d'apertura, a Milano qualche speranza in più. Dopo l'arrivo di Cerci, fondamentale per sopperire all'assenza di Honda, impegnato con il Giappone in Coppa d'Asia, si lavora per regalare ad Inzaghi un profilo diverso in zona gol. Ad oggi il Milan predilige un comparto offensivo privo di riferimenti certi, in cui il 9 è Menez, centravanti atipico, in grado di svariare senza concedere coordinate chiave ai difensori avversari. 

Una grande squadra non può però prescindere da un uomo d'area, chiamato, in situazioni specifiche, a compiti ben delineati, far salire i compagni, garantire peso offensivo, segnare con continuità. Destro è l'ideale, perché coniuga perfettamente il lavoro per la squadra con la prolificità sottoporta. A Roma, il calciatore stenta. Poco sopporta le continue panchine e l'utilizzo a singhiozzo, Garcia ama utilizzare Totti al centro, come arma per innescare la rapidità degli esterni e Destro appare come un qualcosa in più, una ciliegina chiamata in causa in rari momenti, sprecata.

Per la prima volta, dopo il contatto tra Sabatini e l'agente di Destro, una non chiusura sul fronte giallorosso. Si tratta, ma i soldi sono merce rara. Il Milan punta al prestito, con riscatto fissato a 15 milioni. Da sciogliere prima il nodo Pazzini. Solo con la cessione dell'ex Samp può decollare la trattativa Destro. Le pretendenti non mancano, manca invece la giusta offerta.

In uscita, si lavora per Saponara - idea Bologna - Zaccardo e Niang. Mentre, con uno sguardo a giugno, calde restano le situazioni Mexes e De Jong. I due sono in scadenza di contratto e rappresentano una frangia forte della vecchia guardia. L'olandese ha opportunità di rimanere in rossonero, più difficile per il centrale.  

Fonte Gazzetta dello Sport