Mattia De Sciglio, il predestinato, il bambino prodigio, cresciuto al Milan e del Milan la nuova bandiera. Il ruolo di Maldini, terzino, a destra e sinistra, un'investitura in tutto e per tutto. L'inizio è folgorante, personalità, qualità, corsa, il giovanotto scende in campo a San Siro e conquista tutti. Poi col passare dei mesi l'incantesimo si spezza e De Sciglio si vede risucchiato nel vortice della mediocrità, a 22 anni il mondo del pallone si chiede chi è De Sciglio, se l'enfant prodige ammirato fin dai primi passi mossi in rossonero nell'estate del 2011, dopo il salto dalle giovanili, o il giocatore distratto, altalenante delle ultime stagioni. 

A fermarne l'ascesa, occorre dirlo, tanti infortuni, l'ultimo quello attuale, con De Sciglio costretto ai box per curare la fascite plantare (già nove partite ai box, nel mezzo il rientro troppo celere con Sassuolo e Torino, prima del nuovo stop). Alla malasorte si va a sommare un'involuzione di squadra che di certo non aiuta il ragazzo, costretto ad emergere in una difesa spesso vittima di sviste individuali e collettive. Errori di concetto difficilmente spiegabili a questo livello, De Sciglio si "adegua" e perde quella sicurezza palesata fin dal debutto.

Se la scalata è spesso dirompente, la risalita, dopo il tonfo, è più difficile, e De Sciglio comincia a capire i meccanismi, distorsivi, del calcio. Il rischio di passare alla storia come una meteora, di lusso, è vivo, ecco perché serve un cambio di passo.

"Sto meglio, abbiamo iniziato la fase di discesa, anche se non è ancora possibile stabilire la data del mio rientro - spiega a margine di un evento organizzato da Fondazione Milan e Actionaid -. Di sicuro non vedo l'ora di tornare in campo per dare una mano e dimostrare il mio valore come fatto due anni fa. L'importante è rientrare bene senza affrettare i tempi".

"Contro il Cesena ho visto una reazione rispetto alla partita con l'Empoli. I problemi del 2015? Ce lo chiediamo tutti il perché, ma non è facile. Abbiamo avuto momenti altalenanti per tutta la stagione. È questo il nostro grande limite: non aver trovato continuità. Antonelli è un gran giocatore che dimostra di poterci dare una grande mano, poi un po' di concorrenza fa sempre bene. Voci su Inzaghi? Quando le cose non vanno bene veniamo tutti messi in discussione, ma noi siamo con lui. E ci auguriamo di arrivare in Europa".