In questa stagione Inzaghi ha cambiato tanti moduli e schierato ogni domenica formazioni differenti, per via degli infortuni ma anche per cercare di dare una scossa alla squadra, per trovare un'identità. Ma finora tutte le soluzioni tattiche provate non hanno portato i frutti sperati. L'ultima soluzione potrebbe essere il 3-5-2. Sarebbe un cambiamento radicale e storico, visto che da sempre in casa rossonera si gioca con la difesa a quattro. Tuttavia, vedendo ciò che è riuscito a fare Antonio Conte con l’adozione di questo modulo verrebbe da pensare che tutto sommato non sarebbe un’idea così folle e campata in aria, per tanti fattori.

In primis, vedendo la rosa a disposizione del tecnico piacentino, si può notare come i giocatori siano adatti per essere schierati con il 3-5-2. Partendo dai difensori, infatti, i centrali del Milan sono ben suddivisi, Mexes e Alex potrebbero ricoprire il ruolo di centrale, una sorta di Bonucci nella Juventus, mentre i vari Rami, Bocchetti, Paletta, Zapata, Bonera hanno le qualità fisiche e tecniche per completare il pacchetto difensivo, garantendo anche una discreta velocità al reparto, su tutti il difensore colombiano e l'ex Spartak Mosca.

Per quanto riguarda la zona mediana, invece, sugli esterni il Milan avrebbe giocatori come Antonelli, che per anni ha ricoperto il ruolo di esterno sinistro nel Genoa, De Sciglio, che in nazionale ha ben figurato nei 5 di centrocampo, Abate e su tutti quel Jack Bonaventura che, da autentico jolly della squadra rossonera, permetterebbe ad Inzaghi di coprire sia l'esterno che l'interno del centrocampo, insieme a De Jong e uno tra Poli e Montolivo, svincolando così l’olandese da compiti di impostazione che sembrano non appartenergli.

Questo modulo, ovviamente, permetterebbe di avere la spinta necessaria per mettere tanti cross in mezzo all’area di rigore e permetterebbe al Destro o al Pazzini di turno di sfruttare le loro doti di rapaci d’area. Ad affiancarli, Menez o Cerci. Proprio a proposito dell’ex granata, è questo il modulo che ne ha esaltato le proprie doti tecnico-tattiche, ai tempi del Torino di Ventura.

Con tutti questi ingredienti, dunque, non sarebbe così deleterio pensare ad un cambio di modulo, perché in fondo ogni allenatore deve trovare la migliore soluzione tattica per i giocatori che ha a disposizione, ma soprattutto deve trovare il miglior sistema di gioco in grado di esaltare le caratteristiche di ogni singolo elemento della rosa. Solo così si potrà tirare fuori tutto dalla rosa a disposizione ed arrivare ad ottenere risultati vincenti.